Beni confiscati, protocollo d'intesa Cndcec e antimafia

Pubblicato il 11 luglio 2018

Rafforzato il contrasto alla criminalità organizzata di tipo economico: è reso più incisivo il ruolo degli amministratori giudiziari nella gestione dei beni confiscati.

Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo (DNA), Federico Cafiero De Raho, e il Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Massimo Miani, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa sull'amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Ne danno notizia in un comunicato stampa congiunto del 10 luglio 2018.

Il protocollo ha tre progetti

Prevede: l’organizzazione di attività formative congiunte e l'impegno comune per la realizzazione di tre progetti.

Progetto Patrimonium

Il Cndcec si impegna ad elaborare un data base-gestionale che partendo dall'architettura del sistema SIT-MP del Ministero della Giustizia, consenta di realizzare la interoperabilità accelerando e ottimizzando l’attività degli amministratori giudiziari.

Trasparenza e rotazione degli incarichi dei custodi e amministratori giudiziari

Le Parti, in attesa del decreto attuativo di cui all'art. 35, comma 2° del Codice Antimafia, si impegnano ad individuare e proporre condivise linee guida che garantiscano trasparenza e rotazione degli incarichi degli amministratori giudiziari, in attuazione delle disposizioni di legge.

Progetto “ONINA” – Osservatorio Nazionale Interprofessionale sulla Normativa Antimafia

Alla luce della riforma alla legislazione antimafia, il protocollo prevede la costituzione di un Osservatorio Nazionale Interprofessionale sulla Normativa Antimafia (ONINA) nel quale coinvolgere le Professioni (commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, notai), l’Autorità Giudiziaria, il Consiglio Superiore della Magistratura, il Ministero della Giustizia e l’Autorità nazionale anticorruzione. Scopo dell’osservatorio è il monitoraggio permanente dell’andamento normativo e giurisprudenziale della normativa antimafia, al fine di individuare e diffondere le buone prassi di gestione, nonché, in una logica emendativa, ove necessario, della legislazione antimafia.

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