Cassa dottori commercialisti: 5 milioni di euro per tirocini retribuiti nel 2026

Pubblicato il 02 ottobre 2025

La Cassa Dottori Commercialisti ha approvato uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2026 con l’obiettivo di favorire i tirocini retribuiti e incentivare così lo svolgimento del tirocinio professionale.

L’iniziativa, approvata dal Consiglio di amministrazione, prevede il finanziamento di 833 borse di studio del valore di 500 euro al mese per un anno.

Come funziona il contributo

Il meccanismo è semplice: il contributo non va direttamente al tirocinante, ma al Dominus, il Dottore Commercialista che si assume la responsabilità della formazione del praticante.

Il Dominus, per poter ottenere il sostegno della Cassa, deve garantire al tirocinante una borsa di studio minima di 1.000 euro al mese. Di questa somma, 500 euro sono finanziati dal contributo della Cassa, mentre la parte restante è a carico dello studio professionale.

In questo modo si incentiva la diffusione dei tirocini retribuiti, rafforzando il percorso di accesso alla professione e offrendo ai giovani praticanti un sostegno economico adeguato.

Requisiti per accedere

Il praticante deve:

Modalità di richiesta

Le domande potranno essere presentate dai Dominus attraverso il servizio online DCT disponibile sul sito ufficiale (www.cnpadc.it) e dovranno essere inoltrate seguendo le scadenze trimestrali previste:

Alla richiesta andranno allegati documenti identificativi, certificato di iscrizione del tirocinante, libretto di tirocinio e copia dei bonifici relativi alla borsa di studio.

Un impegno a favore dei giovani

Secondo il presidente Ferdinando Boccia, il nuovo fondo rappresenta "un impegno concreto per sostenere i giovani e incentivare il tirocinio professionale retribuito".

Oltre al contributo economico, i praticanti pre-iscritti alla Cassa possono già contare su strumenti di welfare come la polizza sanitaria, vita e long term care, che li accompagnano fin dall’inizio del percorso professionale.

Questa misura vuole contrastare la flessione delle iscrizioni tra i giovani commercialisti e rafforzare l’attrattività della professione, creando condizioni più favorevoli e sostenibili per i praticanti.

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