Riforma commercialisti 2025: tutte le novità approvate dal Governo
Pubblicato il 12 settembre 2025
In questo articolo:
- L’importanza della riforma e i prossimi passi
- Tirocinio durante gli studi universitari
- Specializzazioni professionali
- Aggregazioni e società tra professionisti
- Sistema elettorale
- Formazione continua
- Equo compenso e parametri aggiornati
- Rappresentanza, giovani e pari opportunità
- Le reazioni della categoria
- Prospettive future
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Il Consiglio dei Ministri dell’11 settembre 2025 ha approvato, dopo due settimane di rinvio dalla prima discussione del 4 settembre, il disegno di legge delega al Governo per la riforma dell’ordinamento della professione di dottore commercialista ed esperto contabile.
Sono bastate alcune modifiche rispetto alla bozza originaria per consentire al testo di ottenere il via libera definitivo. Si apre così un percorso che porterà al superamento del Dlgs n. 139/2005, con la trasmissione del Ddl al Parlamento per l’approvazione e, successivamente, l’emanazione da parte del Governo del decreto legislativo delegato entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge.
A vent’anni dall’ultima riforma organica, il Governo ha dunque dato il “semaforo verde” a un’iniziativa di ammodernamento, volta a ridisegnare l’identità e le prospettive della professione, adattandola alle nuove esigenze del mercato e alle trasformazioni in atto nel tessuto economico e sociale.
L’importanza della riforma e i prossimi passi
La riforma dell’ordinamento segna un passaggio fondamentale per i dottori commercialisti e gli esperti contabili, con l’obiettivo di modernizzare la professione e renderla più competitiva, rafforzandone il ruolo strategico nel sistema economico e sociale del Paese. Il Ddl delega affida al Governo il compito di riorganizzare le attività professionali e di intervenire su aspetti centrali dell’ordinamento: tirocinio, sistema elettorale, specializzazioni, società tra professionisti, aggregazioni, formazione continua ed equo compenso.
Si tratta di una riforma di ampio respiro, che dall’ultimo intervento organico punta a rilanciare la figura del commercialista e ad adattarla alle trasformazioni in corso, dalle nuove esigenze delle imprese alla crescente complessità normativa.
L’approvazione in Consiglio dei Ministri rappresenta però solo il primo passo: entro dodici mesi dall’entrata in vigore, il Governo dovrà adottare i decreti legislativi attuativi per definire nel dettaglio:
- i requisiti per le specializzazioni;
- la disciplina delle STP e delle aggregazioni;
- i criteri aggiornati per l’equo compenso;
- le modalità concrete di svolgimento del tirocinio;
- le regole per la governance e la rappresentanza.
Solo con questi passaggi la riforma potrà tradursi in un nuovo ordinamento operativo e pienamente efficace per l’intera categoria.
Tirocinio durante gli studi universitari
Uno degli aspetti più significativi della riforma riguarda la rivisitazione della disciplina del tirocinio, ovvero la “porta d’ingresso” per chi decide di intraprendere la professione di dottore commercialista o di esperto contabile. L’obiettivo dichiarato è ridurre i tempi di accesso all’abilitazione e, al tempo stesso, incentivare le nuove generazioni ad avvicinarsi a una professione sempre più orientata alla consulenza strategica, oltre che alla tradizionale assistenza fiscale.
Il Ddl approvato stabilisce, infatti, che il tirocinio potrà essere svolto interamente durante il percorso universitario: triennale per gli esperti contabili (sezione B dell’Albo) e magistrale per i dottori commercialisti (sezione A). Si tratta di una novità rilevante rispetto alla bozza presentata il 4 settembre, che inizialmente escludeva i laureati triennali da questa possibilità. Tale esclusione aveva suscitato preoccupazioni da parte della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, che paventava il rischio di perdere iscritti e di compromettere la sostenibilità dell’ente. Con la nuova formulazione, il rischio è stato superato e le opportunità di accesso alla professione vengono equamente garantite a entrambe le sezioni dell’Albo.
La riforma, inoltre, si colloca in continuità con la legge sull’equo compenso (L. 49/2023), stabilendo che l’attività dei praticanti e dei professionisti debba sempre avvenire nel rispetto di criteri di proporzionalità tra quantità, qualità e contenuto della prestazione. A tal fine, sarà compito del ministro della Giustizia, su proposta del Consiglio nazionale dei commercialisti, aggiornare i parametri di riferimento per la determinazione dei compensi, fermi ormai da oltre dieci anni. Tali aggiornamenti si applicheranno sia alle prestazioni svolte in forma individuale, sia a quelle rese attraverso studi associati o società professionali.
Specializzazioni professionali
Un’altra innovazione centrale riguarda il tema delle specializzazioni, che mira a valorizzare le competenze specifiche dei professionisti in un contesto economico e normativo sempre più articolato. Il testo approvato affida, infatti, al Governo il compito di disciplinare le modalità di acquisizione del titolo di specializzazione nelle attività tipiche della professione, prevedendo un sistema chiaro e regolamentato.
La novità di rilievo è che questa possibilità viene riconosciuta non solo agli iscritti alla sezione A dell’Albo (dottori commercialisti, in possesso della laurea magistrale), ma anche a quelli della sezione B (esperti contabili, con laurea triennale). Nella bozza iniziale questa estensione non era prevista, creando così una disparità tra le due categorie. Con la versione definitiva, invece, il principio di pari dignità professionale viene salvaguardato, evitando di marginalizzare gli esperti contabili e valorizzando il contributo di entrambe le componenti della professione.
Aggregazioni e società tra professionisti
Un capitolo importante della riforma riguarda le aggregazioni professionali, con particolare attenzione al rafforzamento delle Società tra Professionisti (STP). Il Ddl delega mira a disciplinarle in modo organico, intervenendo su costituzione, iscrizione all’albo, regole di gestione e responsabilità, così da garantire correttezza, trasparenza e uniformità di trattamento. L’intento è duplice:
- da un lato semplificare le procedure e uniformare il regime fiscale,
- dall’altro favorire modelli organizzativi più moderni capaci di valorizzare il lavoro in forma associata o societaria.
Le nuove disposizioni puntano infatti a rendere le aggregazioni uno strumento stabile e competitivo, in grado di offrire una gamma di servizi più ampia e specializzata, aumentando la capacità dei professionisti di rispondere alle esigenze delle imprese e del mercato.
Novità specifiche sulle aggregazioni professionali e STP:
- Disciplina organica delle STP: la riforma promuove la costituzione e gestione delle società tra professionisti, fissandone limiti e regole nel quadro della normativa vigente.
- Semplificazione e trasparenza: vengono introdotte procedure più snelle per l’iscrizione all’albo, un miglioramento della trasparenza gestionale e l’uniformazione del regime fiscale.
- Maggiore competitività: le STP, grazie al lavoro in forma aggregata, potranno ampliare la gamma dei servizi offerti, accrescendo i ricavi e la capacità di competere sul mercato.
- Riorganizzazione delle attività professionali: il Ddl delega prevede di distinguere in modo chiaro le attività riservate per legge da quelle che connotano tipicamente la professione, con particolare attenzione ai settori tributario, economico-aziendale e finanziario.
- Valorizzazione delle sinergie: il legislatore intende incoraggiare l’aggregazione come strumento per migliorare l’efficienza, promuovere l’innovazione e garantire una maggiore sostenibilità economica agli studi professionali.
Con queste novità, le aggregazioni professionali e le STP diventano un pilastro del nuovo ordinamento, rafforzando l’identità della categoria e favorendo un modello di esercizio più moderno e in linea con le dinamiche del mercato.
Sistema elettorale
Un tema particolarmente delicato affrontato dalla riforma riguarda il sistema elettorale della categoria, che ha suscitato un vivace confronto tra favorevoli e contrari. Diversi interventi critici avevano paventato il rischio di una proroga delle elezioni già previste per gennaio nei territori e, successivamente, in primavera per il rinnovo del Consiglio nazionale. Nonostante le rassicurazioni del presidente Elbano de Nuccio, che ha sempre escluso questa eventualità, il dibattito interno non si era placato.
Con l’approvazione del Ddl, la questione viene definitivamente chiarita: il testo esclude espressamente ogni proroga, prevedendo che la nuova disciplina elettorale entri in vigore solo a partire dalle elezioni successive alla scadenza della consiliatura in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo delegato. In questo modo, si tutela la regolarità delle elezioni già programmate e si pongono le basi per un futuro modello elettorale più trasparente, inclusivo e rappresentativo, capace di favorire una maggiore partecipazione della base e di valorizzare la presenza di giovani e donne negli organi di autogoverno.
Formazione continua
Grande importanza è stata data al rafforzamento della formazione continua, considerata essenziale per mantenere elevata la qualità delle prestazioni professionali e per accompagnare la categoria nei profondi cambiamenti in atto. Il Ddl delega prevede un obbligo più stringente di aggiornamento per tutti gli iscritti, con l’obiettivo di garantire che i commercialisti ed esperti contabili siano costantemente preparati ad affrontare le nuove sfide del mercato.
L’attenzione non si limita più ai soli ambiti tradizionali della professione, ma si estende a materie emergenti e ormai centrali, come:
- digitalizzazione e innovazione tecnologica, con particolare focus sull’intelligenza artificiale e sui nuovi strumenti digitali a supporto della consulenza;
- crisi d’impresa e procedure concorsuali, aree nelle quali il ruolo del professionista si è fatto sempre più strategico;
- consulenza aziendale e finanziaria, per rispondere alle esigenze di imprese che operano in contesti sempre più complessi e globalizzati.
In questo modo la formazione viene concepita come un percorso dinamico e multidisciplinare, capace non solo di aggiornare le competenze tecniche, ma anche di valorizzare la figura del commercialista come consulente strategico a 360 gradi, in grado di supportare imprese e famiglie nelle sfide economiche, fiscali e gestionali del futuro.
Equo compenso e parametri aggiornati
In tema di equo compenso, il Ddl delega rafforza un principio già introdotto con la Legge n. 49/2023 e lo estende al nuovo ordinamento dei commercialisti ed esperti contabili. L’obiettivo è garantire che ogni prestazione professionale sia remunerata in modo proporzionato alla quantità, alla qualità e alle caratteristiche del servizio reso, tutelando così il valore economico e sociale dell’attività svolta.
Il provvedimento affida al ministro della Giustizia, su proposta del Consiglio nazionale dei commercialisti, il compito di aggiornare i parametri di riferimento per la determinazione dei compensi, fermi al 2012 e ormai inadeguati rispetto all’evoluzione del mercato e delle competenze richieste. Questi parametri dovranno essere applicabili sia alle prestazioni rese in forma individuale, sia a quelle svolte nell’ambito di studi associati o società tra professionisti, garantendo uniformità e trasparenza.
In questo quadro, l’equo compenso non è solo una misura di tutela economica per i professionisti, ma rappresenta anche uno strumento per valorizzare la qualità della consulenza e rafforzare il rapporto fiduciario con clienti, imprese e istituzioni, evitando pratiche di ribasso che rischierebbero di svilire la professione.
Rappresentanza, giovani e pari opportunità
Il nuovo ordinamento sottolinea l’importanza di una maggiore inclusione di giovani e donne nella governance della categoria, introducendo regole per favorire ricambio generazionale, equilibrio di genere e trasparenza elettorale. Si tratta di un passaggio culturale che mira a rendere la professione più attrattiva e inclusiva, rafforzando al tempo stesso la legittimazione e l’efficacia degli organi rappresentativi.
Le reazioni della categoria
L’approvazione del Ddl delega è stata accolta con grande soddisfazione dal presidente del Consiglio nazionale, Elbano de Nuccio, che ha definito la giornata «storica» per i commercialisti, sottolineando come si apra finalmente un percorso di modernizzazione capace di proiettare la professione verso il futuro. Le modifiche apportate al testo, in particolare sull’estensione del tirocinio anche agli iscritti alla sezione B, hanno rassicurato la Cassa di previdenza dei ragionieri ed esperti contabili, eliminando il rischio di squilibri nel sistema previdenziale.
Positivo anche il giudizio di Luigi Pagliuca, presidente della Cassa ragionieri, che ha parlato di un provvedimento capace di rimuovere le criticità e di valorizzare il ruolo degli iscritti. Sulla stessa linea, il presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, Marco Cuchel, ha evidenziato come il testo approvato recepisca le richieste avanzate dall’Anc, superando le asimmetrie tra le due sezioni dell’Albo e chiarendo i tempi del nuovo processo elettorale. Soddisfazione è stata espressa anche da Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine di Milano, secondo la quale la riforma ha mediato i punti di maggiore criticità – tirocinio, specializzazioni ed elezioni – consentendo di abbassare i toni del confronto interno e di aprire un dialogo più costruttivo.
Prospettive future
La riforma approvata dal Governo l’11 settembre 2025 segna un passaggio decisivo per i dottori commercialisti ed esperti contabili. Con l’introduzione di strumenti per facilitare l’accesso dei giovani alla professione, l’aggiornamento della formazione e dei parametri di riferimento e il sostegno a modelli organizzativi più moderni, si apre una fase di profondo rinnovamento.
Non è soltanto un intervento normativo, ma una vera ridefinizione del ruolo della professione, chiamata a confrontarsi con le sfide della digitalizzazione, della globalizzazione e della complessità crescente del mercato. Per una comunità che conta oltre 120.000 iscritti, rappresenta un’occasione storica per consolidare la propria funzione di pilastro dell’economia nazionale, al servizio di imprese, famiglie e istituzioni.
Di seguito una Tabella riassuntiva completa con tutte le novità della riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile.
Ambito | Novità introdotte |
---|---|
Attività professionali | Riorganizzazione delle attività oggetto della professione: distinzione tra attività riservate per legge e attività tipiche (tributario, economico-aziendale, finanziario, societario, crisi d’impresa). Restano ferme le competenze delle altre professioni regolamentate e quelle della legge 4/2013. |
Tirocinio | Possibilità di svolgerlo interamente durante il percorso universitario: triennale per gli esperti contabili (sez. B) e magistrale per i dottori commercialisti (sez. A). Obiettivo: ridurre i tempi per l’abilitazione e incentivare i giovani. |
Specializzazioni | Introduzione del titolo di specializzazione nelle attività tipiche della professione. Modalità di acquisizione definite dal Governo per gli iscritti alle sezioni A e B dell’Albo. |
Equo compenso |
|
Aggregazioni e STP | Disciplina organica per l’esercizio in forma associata e societaria (STP), con norme su costituzione, iscrizione all’albo, gestione, funzionamento e limiti. Procedure più semplici e regime fiscale uniformato per favorire modelli organizzativi moderni. |
Previdenza | Le disposizioni con impatto previdenziale/assistenziale saranno definite di concerto con il Ministro del Lavoro, a tutela della sostenibilità delle Casse. |
Sistema elettorale | Nuove regole per trasparenza e rappresentanza senza prorogare le elezioni già fissate. Applicazione dalla prossima consiliatura. |
Formazione continua | Obbligo rafforzato di aggiornamento con focus su digitalizzazione, intelligenza artificiale, consulenza strategica e crisi d’impresa, oltre alle materie tradizionali. |
Pari opportunità e giovani |
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