Cessione d’azienda con intento elusivo

Pubblicato il 10 novembre 2012 Ribaltando la sentenza pronunciata in appello dalla Commissione tributaria regionale di Bologna, la Cassazione, con sentenza n. 19566 del 9 novembre 2012, ha ritenuto legittimo il recupero a tassazione della maggiore imposta di registro disposto dall’amministrazione finanziaria in considerazione dell’asserita elusività di un’operazione di cessione di ramo di azienda con cui erano state trasferite anche le passività dell’impresa cedente, in un contesto in cui quest’ultima aveva già scontato le fatture.

Secondo la Suprema corte, nella specie, era da ritenere priva di rilevanza la circostanza che la contribuente avesse dimostrato l'inerenza dei debiti con i rami d'azienda. I giudici di merito, infatti, avrebbero dovuto comunque dare contezza “dell'iter seguito e degli elementi utilizzati nel percorso decisionale”. Ciò che era stato omesso – sottolineano i giudici di legittimità – era l’esame delle circostanze fattuali evidenziate dall'agenzia delle Entrate nonché i particolari rapporti intercorsi tra società cedente e cessionaria.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

La trasparenza fiscale nel percorso di sostenibilità

05/08/2025

Giustizia civile: 500 giudici da remoto e organici potenziati

05/08/2025

Licenziamento per motivo oggettivo e rifiuto di mansioni inferiori

05/08/2025

ZES Marche e Umbria: via libera al rilancio economico

05/08/2025

Reddito di lavoro autonomo: l'analisi della Fondazione studi

05/08/2025

Più tempo per codice dello spettacolo, contratti di lavoro e equo compenso

05/08/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy