Cessione d’azienda con intento elusivo

Pubblicato il 10 novembre 2012 Ribaltando la sentenza pronunciata in appello dalla Commissione tributaria regionale di Bologna, la Cassazione, con sentenza n. 19566 del 9 novembre 2012, ha ritenuto legittimo il recupero a tassazione della maggiore imposta di registro disposto dall’amministrazione finanziaria in considerazione dell’asserita elusività di un’operazione di cessione di ramo di azienda con cui erano state trasferite anche le passività dell’impresa cedente, in un contesto in cui quest’ultima aveva già scontato le fatture.

Secondo la Suprema corte, nella specie, era da ritenere priva di rilevanza la circostanza che la contribuente avesse dimostrato l'inerenza dei debiti con i rami d'azienda. I giudici di merito, infatti, avrebbero dovuto comunque dare contezza “dell'iter seguito e degli elementi utilizzati nel percorso decisionale”. Ciò che era stato omesso – sottolineano i giudici di legittimità – era l’esame delle circostanze fattuali evidenziate dall'agenzia delle Entrate nonché i particolari rapporti intercorsi tra società cedente e cessionaria.
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