Cndcec: “Breve Guida sulle Firme Elettroniche”

Pubblicato il 01 febbraio 2018

Come già avvenuto in precedenza con il “Vademecum sull’utilizzo della PEC”, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti – alla luce dell’ampio processo di innovazione e digitalizzazione dei processi che si sta attuando – ha ritenuto utile la predisposizione di un documento relativo alle firme elettroniche.

Il Gruppo di Lavoro Firma Digitale - Area Innovazione e organizzazione degli Studi Professionali del Cndcec con la collaborazione del Circolo dei Giuristi Telematici, ha così messo a punto ll documento “Breve Guida sulle Firme Elettroniche” .

Si tratta di un elaborato di tipo divulgativo e non scientifico che vuole fornire ai professionisti alcune sintetiche informazioni sulle diverse tipologie di firme presenti, oltre che indicazioni sul loro corretto utilizzo e sulla loro efficacia probatoria. A completamento del lavoro è stato inserito anche un elenco riportante le best practices suggerite sull’argomento.

Il documento, che è stato pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio nazionale, ha tenuto in considerazione le concomitanti modifiche ed integrazioni intervenute sull’articolato del Codice dell’amministrazione digitale, introdotte dal DLgs. 13 dicembre 2017 ed entrate in vigore dal 27 gennaio 2018.

Maurizio Grosso, consigliere nazionale dei commercialisti delegato per l’Area Innovazione e Organizzazione degli Studi Professionali, ha evidenziato come “l’ampio processo di innovazione e digitalizzazione che va affermandosi con crescente velocità impatta inevitabilmente anche sulle modalità di svolgimento dell’attività professionale dei commercialisti italiani. Al professionista viene richiesto l’utilizzo quotidiano di strumenti informatici sempre più complessi. Conoscerli in maniera approfondita è la precondizione per un loro uso più consapevole e, dunque, più fruttuoso” .

Uno di questi strumenti è proprio la firma elettronica nelle sue varie accezioni.

Secondo il consigliere Grosso: “i commercialisti hanno sempre avuto uno stretto rapporto con la tecnologia informatica e, quindi, saranno pronti alla sfida per utilizzare al meglio anche eventuali nuovi impieghi degli attuali o futuri dispositivi di firma che tendano alla certezza nei rapporti tra cittadini e PA, consentano una gestione più agevole e strutturata dei dati posseduti dai soggetti riceventi migliorandone l'efficienza, e garantiscano la facilità di reperimento degli stessi”.

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