Cndcec su Superbonus: imponibilità sugli immobili dimezzata

Pubblicato il 10 novembre 2023

Espungere la norma che prevede l’imponibilità in un arco temporale di dieci anni per gli immobili oggetto di interventi agevolati con il Superbonus o, quanto meno, ridimensionarne l’ambito temporale di operatività a 5 anni.

È questa la proposta avanzata dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili in un'audizione sulla legge di Bilancio 2024 tenutasi presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta.

In altri termini, secondo i commercialisti, sarebbe opportuno dimezzare a 5 anni l’imponibilità delle plusvalenze relative agli immobili agevolati dal Superbonus.

Si legge nella news pubblicata sul sito del Cncdcec che trattasi di un intervento normativo che “pur disponendo per il futuro, ha il retrogusto amaro della retroattività e si pone evidentemente in contrasto con il principio del legittimo affidamento del contribuente, per cui non risponde al modello ideale da seguire per l'introduzione di nuovi presupposti impositivi”.  

Secondo il Cndcec, però, la scelta del legislatore è stata quella di prevedere l’imponibilità in un arco temporale doppio, pari a 10 anni. Una scelta che non sembra trovare giustificazione se non in una certa volontà di colpire chi, in ultima analisi, ha semplicemente fruito di una opportunità che lo stesso legislatore gli aveva offerto, in relazione a immobili diversi da quelli ricevuti per successione o adibiti ad abitazione principale. Sotto quest’ultimo profilo, le perplessità sono ancora più evidenti se si considera che la misura non viene cifrata in relazione tecnica e, quindi, non risponde nemmeno all’esigenza, discutibile, ma comprensibile, di reperire coperture finanziarie per altri provvedimenti di maggiore spesa o di minore entrata presenti nella manovra.

Per queste ragioni, i commercialisti invitano il legislatore – ove non ritenesse di espungere integralmente la misura – a ridimensionarne, quanto meno, l’ambito temporale di operatività a 5 anni.

Sempre in audizione, i commercialisti hanno anche proposto norme di interpretazione autentica per ridurre il rischio di contenzioso tra imprese e committenti per gli interventi non ultimati entro il 2023.

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