CNF, cerimonia per inaugurare l’anno giudiziario 2019

Pubblicato il 30 maggio 2019

Si è tenuta ieri a Roma, presso Villa Aurelia, la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2019 del Consiglio Nazionale Forense, alla presenza, tra gli altri, del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, del Primo Presidente della Corte di cassazione, Giovanni Mammone, e del Presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi.

Mascherin (CNF): metodo dialettico e cultura del dubbio

Dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – che ha sottolineato il ruolo “insostituibile” della classe forense nella elaborazione della cultura giuridica del Paese – è seguito l’intervento del Presidente del CNF, Andrea Mascherin, il quale ha più volte fatto riferimento alla “Comunità della giurisdizione”, composta dai suoi principali attori, ovvero avvocati, magistrati, personale amministrativo.

Una comunità che deve risultare correttamente accessibile al cittadino e che deve essere “esempio di attuazione del dovere di solidarietà e del principio di uguaglianza, oltre che esercizio di una dinamica fondata sulla dialettica e sulla cultura del dubbio”.

Mascherin ha quindi messo in evidenza l’estrema importanza del metodo dialettico e della cultura del dubbio, quali strumenti per il confronto democratico e per la crescita delle idee, rammentando, peraltro, l’intenso e continuo confronto con il ministro della Giustizia in tema di riforme, “con momenti di intesa e con altri di inevitabili divergenze, per lo più note”.

A seguire, il rappresentante del CNF ha presentato il resoconto delle attività svolte dal Consiglio Nazionale Forense per il periodo febbraio 2018 – maggio 2019, illustrando le statistiche relative all’attività di giurisdizione, all’Albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, all’Albo Telematico nazionale degli Avvocati, all’Elenco dei difensori d’uffici, all’attività della Commissione consultiva e all’accreditamento della formazione.

Intervento del ministro della Giustizia

Subito dopo la relazione del presidente Mascherin, è stata la volta dell’intervento del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, il quale, dopo aver sottolineato la funzione dell’Avvocatura quale “fondamentale strumento di tutela dei diritti”, ha evidenziato come il dialogo e il confronto tra istituzioni sia un mezzo indispensabile per attuare le tante riforme già avviate e da realizzare “per costruire un sistema sempre più efficiente e per restituire ai cittadini una giustizia sempre più credibile”.

Il ministro della Giustizia, tra i temi trattati, ha annunciato l’avvio di un tavolo in tema di accesso alla professione forense: l’intento è di mettere a punto la riforma dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di avvocato e dei requisiti per accedervi, ponendo rimedio alle criticità individuate dal CNF, “per giungere a un percorso formativo delle scuole forensi più professionalizzante e selettivo”.

Bonafede ha anche parlato di equo compenso dei professionisti e dell’obiettivo che si è prefissato di “garantire uniformità e coerenza ai compensi dei liberi professionisti” attraverso “una soglia conforme ai parametri costituzionali da considerarsi limite invalicabile per il presidio della dignità del prestatore d’opera autonomo, specie nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e con gli enti territoriali”.

Il Guardasigilli, dopo aver ricordato anche l’impegno assunto con l’Avvocatura per quanto riguarda il riconoscimento costituzionale del ruolo dell’Avvocato, nonché il recente disegno di legge in tema di gratuito patrocinio, si è soffermato sulle riforme del processo penale e civile, attualmente in cantiere.

Rispetto a questi interventi, ha evidenziato l’esigenza di processi in tempi ragionevoli e certi, da realizzare attraverso misure di razionalizzazione, snellimento e accelerazione “per incrementare la qualità del servizio e garantire una concreta risposta alla legittima domanda di giustizia dei cittadini”.

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