Commercialisti: novità della Legge di Bilancio 2025 sugli incentivi fiscali per le imprese

Pubblicato il 06 marzo 2025

Il 5 marzo 2025, il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento intitolato "Principali agevolazioni alla luce della Legge di Bilancio 2025 e incentivi agli investimenti sostenibili". Realizzato nell'ambito delle attività dell'area di Finanza Aziendale, coordinata dal Vicepresidente del Consiglio Nazionale, Antonio Repaci, il lavoro analizza le principali agevolazioni a supporto degli investimenti destinati alle imprese, in particolare alla luce delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.

Si tratta di un aggiornamento rispetto ai precedenti documenti pubblicati dalla Fondazione, che tiene conto delle novità derivanti dagli ultimi interventi normativi e approfondisce misure già esistenti, come per esempio, il Piano “Industria 4.0”, la ZES Unica e il Piano Transizione 5.0.

Il documento analizza in dettaglio le caratteristiche principali degli incentivi a sostegno delle imprese, con un focus sulle principali caratteristiche in termini di intensità di aiuto, requisiti oggettivi e soggettivi, modalità di accesso e altri aspetti rilevanti.

Novità Piano "Industria 4.0" e credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali

Il Piano "Industria 4.0" e il credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali sono stati oggetto di una significativa revisione con la Legge di Bilancio 2025, che ha introdotto importanti novità destinate a favorire gli investimenti delle imprese nel settore tecnologico e digitale. Con l'approvazione della Legge di Bilancio 2020, è stato avviato un processo di riforma degli incentivi fiscali, che ha sostituito il sistema di super e iperammortamento con un nuovo credito d’imposta, suddividendo gli investimenti in due categorie principali:

con l'intento di incentivare l'acquisto di tecnologie avanzate per la digitalizzazione e l'innovazione industriale.

Con la Legge di Bilancio 2025, è stato introdotto un limite massimo di spesa pari a 2,2 miliardi di euro per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2025, con un'ulteriore estensione fino al 30 giugno 2026, a condizione che l’ordine sia accettato entro la fine del 2025 e venga versato un acconto pari almeno al 20% dell'importo complessivo.

Il credito d’imposta per i beni materiali "Industria 4.0" è modulato in base all'importo dell'investimento, con un'aliquota:

Inoltre, la Legge di Bilancio 2025 ha previsto una modifica significativa per quanto riguarda il credito d’imposta sui beni immateriali, abrogando il credito d’imposta del 10% che era previsto per gli investimenti effettuati nel 2025 o entro il 30 giugno 2026.

La Legge n. 207/2024 stabilisce che il credito non concorre alla formazione del reddito, né alla base imponibile dell'IRAP, ed è utilizzabile esclusivamente in compensazione, distribuito in tre quote annuali. I beneficiari, che comprendono tutte le imprese residenti in Italia, sono tenuti a produrre una perizia tecnica asseverata che attesti che i beni acquistati siano interconnessi al sistema di gestione della produzione aziendale.

Credito d'imposta "ZES Unica" per gli investimenti nel Mezzogiorno

Il credito d'imposta “ZES Unica” è stato istituito con il Decreto Legge 124/2023 (DL Sud) e riguarda gli investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive localizzate nelle zone assistite delle regioni del Mezzogiorno, comprese nella nuova ZES Unica, che sostituisce le precedenti otto zone economiche speciali. La Legge di Bilancio 2025 ha esteso questo credito d’imposta per gli investimenti effettuati fino al 15 novembre 2025, con una dotazione finanziaria pari a 2,2 miliardi di euro.

Il credito d’imposta è destinato agli investimenti in nuovi macchinari, impianti, attrezzature, terreni e immobili strumentali per progetti di investimento iniziali, con un limite massimo per ciascun progetto di 100 milioni di euro. La misura è disponibile per le imprese che investono in beni strumentali, ma con alcuni requisiti, tra cui il fatto che il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell'investimento.

La Legge di Bilancio 2025 ha fissato delle percentuali di agevolazione differenziate per dimensione aziendale e localizzazione dell’investimento. Le piccole imprese nelle regioni del Sud possono ottenere fino al 60% del valore dell’investimento, mentre le grandi imprese fino al 40% (con percentuali più basse per le altre regioni).

La misura massima teorica dell'agevolazione, differenziata in base alla dimensione aziendale e alla localizzazione dell'investimento, è riassunta nella seguente tabella:

Dimensione Impresa Campania, Puglia, Calabria, Sicilia Basilicata, Molise, Sardegna Abruzzo
Piccola 60% 50% 35%
Media 50% 40% 25%
Grande 40% 30% 15%

Il credito d’imposta è cumulabile con altri aiuti di Stato, come gli aiuti “de minimis”, ma non deve superare i limiti stabiliti dalle normative europee.

Le imprese devono comunicare all'Agenzia delle Entrate l'ammontare delle spese ammissibili e attestare la realizzazione degli investimenti entro il 15 novembre 2025. Il credito d’imposta può essere utilizzato esclusivamente in compensazione e non è soggetto ai limiti annuali di utilizzo previsti per altri crediti d’imposta. Le disposizioni relative al credito d’imposta ZES Unica si applicano fino alla scadenza del 15 novembre 2025, con ulteriori dettagli normativi che saranno definiti da specifici provvedimenti del Ministero per gli Affari Europei e del Sud.

Credito d'imposta "Transizione 5.0": agevolazioni per la transizione energetica e digitale delle imprese

Il credito d’imposta "Transizione 5.0" è stato introdotto per promuovere la transizione energetica e digitale delle imprese, con un focus particolare sull'efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili. Questo piano, parte della più ampia strategia REPowerEU, mette a disposizione 12,7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025. Il credito d’imposta è destinato alle imprese residenti in Italia e alle stabili organizzazioni di soggetti non residenti che effettuano investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio nazionale, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici, sia a livello di stabilimento (almeno il 3%) che a livello di processo produttivo (almeno il 5%).

Gli investimenti ammessi al beneficio riguardano beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla transizione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0”.

La misura del credito d’imposta è modulata in base all'importo dell'investimento e alla riduzione dei consumi energetici:

Inoltre, la Legge di Bilancio 2025 ha incrementato le aliquote per gli investimenti da 2,5 milioni fino a 10 milioni di euro, applicando le stesse aliquote del primo scaglione.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, senza il limite annuale di utilizzo previsto per altri crediti d’imposta, e non concorre alla formazione del reddito o alla base imponibile dell'IRAP.

Inoltre, è previsto che il credito sia cumulabile con altre agevolazioni, come il credito d’imposta ZES Unica, la Zona Logistica Semplificata (ZLS), e altri strumenti europei, purché non coprano le stesse quote di costo degli investimenti. Sono previste anche semplificazioni procedurali, come la considerazione automatica del risparmio energetico per alcune tipologie di investimenti e per i progetti realizzati tramite società di servizi energetici (ESCo).

Credito d’imposta “Ricerca e sviluppo”

Riguardo alle principali novità relative al credito d’imposta “Ricerca e sviluppo”, il documento dei commercialisti evidenzia quanto segue:

1) sono destinatarie tutte le imprese, escluse quelle in stato di liquidazione o altre procedure concorsuali.

2) le risorse finanziarie prevedono limiti annuali specifici a seconda dell’attività:

  1. Ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale: fino a 5 milioni di euro.
  2. Design e ideazione estetica: fino a 2 milioni di euro.
  3. Innovazione 4.0/green: fino a 4 milioni di euro.
  4. Innovazione tecnologica (nuovi prodotti/processi): fino a 2 milioni di euro.

3) La misura e percentuale dell’incentivo è così prevista:

4) Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, in 3 quote annuali di pari importo. Il credito non concorre alla formazione del reddito né alla base imponibile IRAP. La fruizione è subordinata alla certificazione delle spese da parte di un revisore legale dei conti.

5) Le spese ammissibili per il credito d’imposta riguardano vari ambiti a seconda dell'attività svolta. Per la ricerca e sviluppo, le spese ammesse includono quelle per il personale impiegato, gli ammortamenti di beni e attrezzature, i contratti di ricerca, le consulenze e i materiali necessari per i progetti. Per l'innovazione tecnologica, le spese ammissibili coprono anche il personale, gli ammortamenti, i contratti di innovazione, le consulenze e i materiali. Infine, nel caso del design e ideazione estetica, sono ammesse spese per il personale, gli ammortamenti, i contratti, le consulenze e i materiali legati alle attività di progettazione e innovazione estetica.

6) Le imprese devono fornire una relazione tecnica asseverata sulle attività svolte per ciascun progetto.

NOTA BENE: La Legge di Bilancio 2025 prevede una importante novità: le imprese che hanno beneficiato di un credito d'imposta in modo improprio e hanno aderito alla procedura di riversamento spontaneo entro il 31 ottobre 2024, riceveranno un contributo in conto capitale, calcolato come una percentuale sul credito riversato, con un limite di spesa stabilito dalla legge di bilancio 2025.

In generale, il credito d’imposta ricerca e sviluppo mira a stimolare l'innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e la competitività delle imprese.

Bonus quotazione PMI

Il credito d’imposta per la quotazione delle PMI offre un sostegno economico significativo alle piccole e medie imprese che desiderano quotarsi, coprendo una parte delle spese di consulenza, con una durata fino al 2027.

Di seguito gli aspetti principali dell’agevolazione:

·  Destinatari

·  Misura dell’agevolazione:

·  Durata e risorse finanziarie:

·  Utilizzo:

·  Trattamento fiscale:

Nuova Sabatini e nuova Sabatini capitalizzazione: sostegno agli investimenti delle PMI

La Nuova Sabatini per il 2025 prevede una serie di misure destinate a supportare gli investimenti delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) nella modernizzazione del loro parco macchine e nell’acquisto di tecnologie digitali.

La Nuova Sabatini per il 2025 prevede un incremento significativo della dotazione finanziaria, con 400 milioni di euro per il 2025, 100 milioni per il 2026, e 400 milioni per ogni anno dal 2027 al 2029.

L’obiettivo principale è sostenere le PMI nell’acquisto di macchinari, impianti, attrezzature, beni strumentali, software e tecnologie digitali, anche tramite leasing. I beni devono essere nuovi e destinati esclusivamente all'uso produttivo.

I finanziamenti possono variare da 20.000 euro a 4 milioni di euro, con una durata che non supera 5 anni e un periodo di preammortamento massimo di 12 mesi. Inoltre, è prevista una garanzia pubblica fino all’80% dell’importo del finanziamento.

Il Ministero dello Sviluppo Economico contribuisce coprendo gli interessi sui finanziamenti, con tassi d'interesse del 2,75% per investimenti ordinari e 3,575% per investimenti in tecnologie 4.0 o green.

I requisiti principali includono l’obbligo che i beni siano nuovi e abbiano autonomia funzionale, con l’esclusione di terreni, fabbricati e beni usati. Inoltre, l’investimento deve essere completato entro 12 mesi dalla stipula del contratto e rimanere nell'attivo dell'impresa per almeno 3 anni.

Nuova Sabatini Capitalizzazione

La Nuova Sabatini Capitalizzazione è una misura destinata alle PMI che stanno realizzando un processo di capitalizzazione. Supporta gli investimenti in beni strumentali con un contributo sugli interessi del finanziamento: 5% per micro e piccole imprese e 3,575% per medie imprese.

Fondo per la Transizione Industriale: sostegno agli investimenti per efficienza energetica e sostenibilità

Il Fondo per la Transizione Industriale è stato creato per supportare le imprese italiane nell’adattamento alle politiche europee contro i cambiamenti climatici. Con una dotazione di 400 milioni di euro per il 2025, il fondo offre agevolazioni sotto forma di contributi a fondo perduto per gli investimenti in efficienza energetica e uso efficiente delle risorse. I beneficiari sono imprese di qualsiasi dimensione che operano nei settori estrattivo e manifatturiero e che soddisfano requisiti specifici.

Le agevolazioni variano in base al tipo di intervento, con percentuali che vanno dal 30% al 45% delle spese ammissibili, con possibili aumenti per le piccole e medie imprese e per gli investimenti nelle zone svantaggiate. Tra gli investimenti ammissibili ci sono quelli per la produzione di energia da fonti rinnovabili, la cogenerazione, e l'efficienza energetica degli edifici produttivi.

I progetti devono essere avviati dopo la presentazione della domanda e completati entro 36 mesi. Le spese ammissibili includono impianti, attrezzature, opere murarie, e formazione del personale. Non sono ammessi interventi che aumentano la capacità produttiva oltre il 20%, salvo eccezioni per esigenze tecniche.

Fondo "Investimenti Sostenibili 4.0" per la trasformazione digitale e sostenibile delle PMI del Sud Italia

Il Fondo "Investimenti Sostenibili 4.0" è una misura con una dotazione di circa 300 milioni di euro, destinata a supportare la trasformazione tecnologica e digitale delle PMI nelle regioni del Sud Italia. L’obiettivo è incentivare l’efficienza energetica e l’uso sostenibile delle risorse nei processi produttivi. Gli investimenti devono rispettare il piano Transizione 4.0, e le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato.

Le spese ammissibili vanno da 750.000 euro a 5 milioni di euro, e i programmi devono essere completati entro 18 mesi.

Inoltre, le agevolazioni:

coprono fino al 75% delle spese ammissibili, con un 35% come contributo in conto impianti e il restante 40% come finanziamento senza interessi;

sono erogate in più stati di avanzamento lavori, a seguito della presentazione di titoli di spesa.

La misura è gestita da Invitalia per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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