Commercialisti, sovraindebitamento da semplificare

Pubblicato il 24 giugno 2020

Rivedere le procedure per la gestione della crisi da sovraindebitamento, garantire ai soggetti in difficoltà di poter accedere più facilmente a questo strumento e permettere la rinegoziazione dei termini dell’accordo. Sono queste le proposte avanzate da parte del CNDCEC, contenute nel comunicato stampa del 19 giugno 2020.

Secondo i Dottori Commercialisti, infatti, lo strumento più efficace per aiutare le piccole aziende, i lavoratori autonomi e le famiglie, colpiti dalla pesante crisi economica generata dall’emergenza Covid-19, sono le procedure da sovraindebitamento.

Tale istituto, però, andrebbe semplificato per provare a dimezzarne i tempi nonché per trovare soluzioni adatte per modificare rapidamente i piani già omologati e in esecuzione. La posizione della categoria è stata espressa nel corso del webinar “La gestione delle crisi da sovraindebitamento nella fase di emergenza sanitaria”, svoltosi il 19 giugno a Roma e seguito in diretta web da migliaia di professionisti da tutta Italia.

Procedure da sovraindebitamento, le proposte dei Commercialisti

“Nell’attuale situazione di emergenza sociale post Covid-19 – ha affermato il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Massimo Miani – la crisi da sovraindebitamento tornerà ad avere un ruolo fondamentale. I dati diffusi dall’Istat destano forte preoccupazione. Tra marzo e aprile hanno perso il lavoro quasi 400mila persone. Secondo la task force a cui aderiscono MEF, MISE, Banca d’Italia, Abi, Medio credito centrale e SACE le richieste pervenute al Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa per la sospensione di prestiti e rate solo a fine maggio sono 69.000 (con importo medio di 89.000 euro)”.

“I consumatori, i professionisti, i piccoli imprenditori – ha commentato Miani” - sono in enorme difficoltà. Lo sono sia quelli ammessi in precedenza alla disciplina del sovraindebitamento, che a causa della pandemia si vedono costretti a rinegoziare i termini di adempimento dei piani già omologati o a dover tornare davanti al giudice per modificare i precedenti accordi siglati con i creditori, sia quelli che, pur essendo prima del Covid in bonis, a causa della pandemia si trovano e si troveranno improvvisamente sovraindebitati per aver perso il lavoro o per aver visto ridurre in modo vertiginoso il fatturato, o per aver dovuto chiudere o sospendere le attività”.

“Quando il disagio sociale ed economico è massimo – ha proseguito Miani – proliferano le mafie e le organizzazioni criminose che oggi compaiono davanti ai piccoli imprenditori e concedono denaro ad usura”.

In tal contesto, i Commercialisti propongono una:

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