Confermata la condanna della madre che condiziona i figli

Pubblicato il 30 settembre 2011 E' stata confermata dalla Cassazione – sentenza n. 35513 depositata il 29 settembre 2011 – la decisione di condanna per elusione dei provvedimenti del giudice pronunciata nei confronti di una madre, affidataria della figlia minore, per aver impedito gli incontri con il padre e aver provocato nella bimba un sentimento di rifiuto verso quest'ultimo.

I giudici di legittimità, in particolare, hanno rilevato come la madre avesse esercitato un pesante condizionamento psicologico sulla minore, tale da determinare in costei, come anche era stato accertato dai servizi sociali, “un forte disagio, sino al punto da indurla al rifiuto della figura paterna, atteggiamento certamente non riconducibile a una consapevole capacità di autodeterminazione della minore, che all'epoca della separazione dei genitori aveva solo quattro anni”.

In tale vicenda, il comportamento aggressivo del padre - che a detta della donna costituiva la causa principale del rifiuto della bimba nei confronti del padre - era in realtà da considerare “come l'espressione reattiva, nell'ambito del rapporto conflittuale tra i due coniugi separati, alla sistematica elusione da parte della madre del provvedimento giudiziario concernente l'affidamento della figlia minore, tanto che l'ex marito in più occasioni aveva dovuto sollecitare l'intervento dei Carabinieri e si era visto costretto a sporgere ripetute querele contro la moglie, che, a sua volta, aveva irrigidito sempre più il suo atteggiamento”.
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