“Contratti pirata” e “dumping sociale”. Confapi firma

Pubblicato il 05 ottobre 2019

La lotta ai “contratti pirata” e al “dumping sociale”, promossa da parti sociali e Istituzioni, ha trovato un altro componente: Confapi. La Confederazione italiana piccola e media industria privata (Confapi) ha firmato la convenzione il 27 settembre 2019.

Si ricorda che il 19 settembre 2019, alla presenza del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, è stata firmata da Confindustria e CGIL, CISL, UIL la Convenzione attuativa del Testo Unico sulla rappresentanza (del 10 gennaio 2014), che mira a monitorare la contrattazione collettiva nel settore privato per assegnare il giusto peso alla rappresentanza sindacale e contrastare il “dumping sociale” (ovvero la proliferazione di contratti firmati da organizzazioni prive di effettiva rappresentanza).

La Convenzione affida all’Inps la rilevazione del:

La convenzione, dunque, circostanzierà le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, con l’affermazione dei contratti “leader”, contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori citati.

Sulla base del Testo Unico sulla rappresentanza, saranno considerati validi ai fini della contrattazione collettiva nazionale solo quei contratti sottoscritti da organizzazioni sindacali che rappresentino almeno il 50 per cento più uno della media del dato associativo e del dato elettorale. La stessa maggioranza sarà necessaria per la cosiddetta “consultazione certificata” dei lavoratori che saranno chiamati a esprimersi sugli stessi accordi. Garante del processo di certificazione sarà un Comitato ad hoc, composto da esponenti delle organizzazioni sindacali e datoriali, presieduto da un rappresentante del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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