Curatori e liquidatori fallimentari, nuovo ruolo per i consulenti del lavoro

Pubblicato il 12 gennaio 2019

Così come gli avvocati e i dottori commercialisti, anche i consulenti del lavoro hanno la possibilità di assumere il ruolo di curatore fallimentare, di commissario giudiziale e di liquidatore.

La notizia è giunta nella giornata di venerdì 11 gennaio 2019, direttamente dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che è intervenuto dal palco degli Stati generali dei consulenti del lavoro, a Roma, organizzati per celebrare i 40 della legge istitutiva della professione. In prima battuta, la riforma del diritto fallimentare sembrava escludere i consulenti dal novero dei professionisti abilitati all'esercizio delle funzioni di liquidatori fallimentari. L’aggiunta è stata effettuata in sede di approvazione, in via definitiva, del nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, all’art. 356 del decreto legislativo di attuazione della L. n. 155/2017. Altre novità annunciate riguardano il Durc (Documento unico di regolarità contributiva).

Curatori e liquidatori fallimentari, quali requisiti per la nomina?

L'art. 358 del Codice per la crisi di impresa e dell’insolvenza, che individua i “requisiti per la nomina agli incarichi nelle procedure”, dispone che: “possono essere chiamati a svolgere le funzioni di curatore, commissario giudiziale e liquidatore, nelle procedure di cui al codice della crisi e dell'insolvenza, gli iscritti agli albi degli avvocati, dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dei consulenti del lavoro”.

Inoltre, le funzioni di curatore, commissario e liquidatore sono estese anche alle società tra professionisti (STP) e agli studi professionali associati che siano in possesso dei requisiti previsti dalla legge.

Vi rientrano, altresì, coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in società di capitali o società cooperative, dando prova di adeguate capacità imprenditoriali e purché non sia intervenuta, nei loro confronti, dichiarazione di apertura della procedura di liquidazione giudiziale.

A tal fine, ossia per la nomina del curatore, del commissario giudiziale e del liquidatore, l'autorità giudiziaria dovrà tenere conto dell'esistenza di rapporti di lavoro subordinato in atto al momento dell'apertura della liquidazione giudiziale.

Curatori e liquidatori fallimentari, chi effettua la nomina?

Innanzitutto, vi è da specificare che la nomina è effettuata dall’autorità giudiziaria. A tal fine, bisogna considerare le risultanze dei rapporti riepilogativi periodici finali redatti dai soggetti incaricati e degli incaricati in corso.

Inoltre, la nomina deve essere eseguita rispettando i criteri di trasparenza e turnazione nella distribuzione, purché il professionista abbia maturato nel tempo le necessarie capacità e esperienze.

Documento unico di regolarità contributiva, Durc. Prossime novità

In fase di conversione del D.L. c.d "Semplificazione", sarà inserito un emendamento che interverrà per risolvere le problematiche riscontrate negli ultimi anni dai consulenti del lavoro. Ad annunciarlo è il vice presidente del Consiglio dei ministri, Luigi Di Maio, che ha promesso – entro al massimo un mese – di introdurre un meccanismo per cui le imprese che hanno regolarizzato la loro posizione per tempo non siano obbligate a restituire le agevolazioni ricevute.

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