Data-base contro l’evasione

Pubblicato il 04 marzo 2009 Secondo quanto previsto dalla circolare n. 1/2008 della Guardia di Finanza, l’attività di verifica si basa ora su un approccio innovativo secondo il quale sia nella selezione del contribuente che in quella dell’attività oggetto di accertamento occorre prestare molta attenzione alle diverse fonti investigative, con una maggiore elasticità rispetto al passato e con minori vincoli di competenza territoriale. Questo nuovo approccio, associato alle informazioni reperibili dalle numerose banche dati a cui la Gdf può attingere, consentirà di effettuare delle indagini molto più accurate. Infatti, la scelta dei soggetti e delle attività da accertare verrà fatta non più tenendo conto dei precedenti fiscali dei contribuenti, ma attraverso un confronto incrociato di dati e informazioni reperiti oltre che dai membri del Corpo anche da altre autorità nazionali e locali. Secondo la circolare, attraverso questo sistema sarà possibile individuare, per esempio, quei soggetti formalmente “nullatenenti”, ma che invece dispongono di beni e ricchezze proprie. Il sistema informatico che viene utilizzato per tale tipo di indagine è il C.E.Te. (Controllo economico del territorio), che consentirà di reperire in forma standardizzata dati relativi alle manifestazioni di ricchezza rilevate dalle pattuglie durante l’ordinaria attività di controllo e che poi verranno incrociate con le risultanze dell’anagrafica tributaria. La circolare – ora disponibile sul sito della GdF e su quello del Sole 24Ore – definisce questa metodologia di accertamento “lavori a progetto” ed ha come fine quello di colpire specifici fenomeni di frode.
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