Detrazione Iva per fatture di fine anno. ANC e Confimi, soluzione nel Milleproroghe

Pubblicato il 22 gennaio 2020

ANC e Confimi contro l’impossibilità di detrarre l’Iva su fatture arrivate nei primi giorni dell’anno ma relative a quello precedente (c.d. “a cavallo”).

Con comunicato congiunto del 21 gennaio 2020 si denuncia che, con la modifica del DPR n. 100/98 per mano del DL n. 119/2018, viene reso impossibile retroimputare al mese di effettuazione l’Iva delle fatture ricevute in tempo utile, ossia entro il 15 del mese successivo, se le operazioni sono riferite all’anno precedente.

Di norma, invece, è ammesso retroimputare l’Iva al mese in cui si riferiscono le operazioni per le fatture ricevute entro il 15 del mese successivo.

Si rileva che anche la Commissione UE reputa legittimo il principio della retroimputazione.

Detrazione Iva per fatture di fine anno. Chiesta soluzione nel Milleproroghe

Si viene, quindi, a creare la seguente situazione: diversamente che negli altri mesi dell’anno, a gennaio l’Iva riferita ad una prestazione di dicembre non può essere detratta nella liquidazione relativa a dicembre 2019, dovendo attendere le liquidazioni periodiche successive.

ANC e Confimi si chiedono “se questo principio possa funzionare solo per 11 mesi su 12 e se sia pertanto lecito, secondo i canoni comunitari, che il legislatore introduca l’eccezione che si abbatte sulle fatture arrivate dall'1 al 15 gennaio dell’anno successivo. Non è possibile che, sulla stessa cosa, le regole funzionino per 11 mesi in un modo e a fine anno (fatture che arrivano a gennaio successivo) in un altro. Non vi sono motivi, se non quelli di voler far cassa giocando sulle differenze temporanee dei flussi ma il principio di neutralità vieta che l’Iva gravi sugli operatori intermedi”.

Commercialisti e Confimi chiedono al legislatore di sistemare la situazione inserendo un’apposita norma nel decreto Milleproroghe, in iter di conversione. Se non arriveranno soluzioni, denunceranno la questione davanti alla Commissione UE.

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