Diritto ai danni morali a causa della trasfusione con sangue infetto

Pubblicato il 02 dicembre 2009

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha pronunciato sentenza di condanna ai danni dell’Italia in quanto le autorità dello Stato hanno violato il diritto alla vita dei cittadini e il loro diritto a non essere discriminati. Il ricorso era stato inoltrato da sette pazienti, accusando le autorità sanitarie di non aver svolto i necessari controlli, che avevano contratto l’Aids e l’epatite C dopo aver effettuato delle trasfusioni di sangue, rivelatosi infetto, per curare la talassemia.

La Corte di Strasburgo ha evidenziato che l’art. 2 della convenzione dei diritti dell’uomo, relativo al diritto alla vita, obbliga gli stati membri ad adottare azioni a garantire la vita dei malati qualora si rechino presso strutture pubbliche o private. Inoltre dovrà essere assicurato un sistema giudiziario efficiente al fine di stabilire le cause delle infezioni contratte.

Quindi per la violazione della Convenzione l’Italia dovrà versare 39.000 euro ad ogni ricorrente a titolo di danni morali, mentre per quelli materiali la Corte si è riservata la decisione.

Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Inps, nuovo manuale di classificazione previdenziale

10/10/2025

IA: dal CNDCEC la clausola contrattuale tipo per i professionisti

10/10/2025

Anomalie IVA 2023: segnalazione per la compliance

10/10/2025

Intelligenza artificiale: al via il nuovo reato di deepfake

10/10/2025

Intelligenza artificiale: nuovi obblighi in vigore per aziende e professionisti

10/10/2025

Amianto e protezione dei lavoratori, cosa cambia

10/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy