DPB e legge di bilancio 2026: novità fiscali, imprese e lavoro

Pubblicato il 15 ottobre 2025

Il Documento programmatico di bilancio 2026 (DPB) è stato presentato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, durante la riunione del Consiglio dei Ministri tenutasi il 14 ottobre 2025. Il testo sarà trasmesso alla Commissione Europea entro il 15 ottobre 2025, come previsto dalle procedure europee.

Nel corso della seduta del 14 ottobre 2025, il ministro ha illustrato anche i principali contenuti del disegno di legge di bilancio relativo al triennio 2026-2028, mentre il Consiglio ha approvato il quadro economico a legislazione vigente delineato nel medesimo provvedimento.

Secondo quanto dichiarato da Giorgetti, la manovra di finanza pubblica si inserisce in un contesto economico caratterizzato da persistenti elementi di incertezza. In tale scenario, l’obiettivo del Governo è duplice: sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese, nonché gli interventi di carattere sociale, e al tempo stesso garantire la sostenibilità dei conti pubblici. Il Ministro ha precisato che le misure previste risultano coerenti con il percorso di crescita della spesa netta delineato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 e confermato nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025.

La manovra, del valore complessivo di circa 18 miliardi di euro medi annui, prevede diverse linee d’intervento, tra cui iniziative di pacificazione fiscale rivolte ai contribuenti e misure in materia pensionistica, in particolare sul tema dell’aspettativa di vita.

Per quanto riguarda le coperture, oltre al miglioramento del quadro complessivo di finanza pubblica – anche in conseguenza della rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – il finanziamento delle misure avverrà attraverso risorse provenienti dal settore degli intermediari finanziari e assicurativi, nonché mediante interventi di razionalizzazione della spesa pubblica.

Tra le novità annunciate figurano la riforma dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), il rinnovo del credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali (ZES) e un ulteriore rinvio dell’entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax.

Complessivamente, la legge di bilancio mira a coniugare interventi a sostegno dell’economia reale con un approccio prudente nella gestione della spesa, in linea con gli obiettivi di equilibrio e stabilità dei conti pubblici.

Sempre nella riunione del 14 ottobre 2025 il Governo ha approvato uno schema di decreto legge recante misure urgenti in materia economica, noto come Decreto “Anticipi”

In attesa che venga delineata con più precisione la legge di Bilancio 2026, a cui stanno lavorando i competenti Ministeri, si propongono in sintesi le varie novità.

Interventi in ambito fiscale - Irpef

La legge di bilancio 2026 conferma la volontà del Governo di proseguire nel percorso di riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro, avviato all’inizio della legislatura.

In quest’ottica, la manovra prevede un intervento mirato sull’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), con la riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33%. Ma il taglio risulta più contenuto rispetto alle previsioni iniziali: la riduzione dell’aliquota IRPEF interesserà i redditi fino a 50.000 euro lordi annui.

Al contempo, per i contribuenti con redditi superiori a 200.000 euro è previsto un intervento di razionalizzazione delle detrazioni fiscali: la soglia di sconto in dichiarazione sarà ridotta di ulteriori 440 euro, andando ad ampliare il meccanismo di riduzione progressiva già in vigore per i redditi più elevati.

Un’ulteriore novità riguarda il regime fiscale agevolato destinato ai soggetti con elevata capacità contributiva che trasferiscono la propria residenza in Italia (c.d. Paperoni). L’importo forfettario attualmente fissato a 200.000 euro sarà aumentato, con ogni probabilità raddoppiato, per rendere più equo il sistema e garantire un maggiore contributo da parte dei cosiddetti “neo-residenti facoltosi”.

Misure per la casa e le ristrutturazioni

Sul fronte del settore edilizio, la manovra conferma anche per il 2026 le agevolazioni per le ristrutturazioni. L’aliquota di detrazione resta fissata al 50% per gli interventi sull’abitazione principale e al 36% per le seconde case. Tale proroga consente di mantenere stabile il quadro degli incentivi fiscali, evitando il previsto ridimensionamento delle aliquote e assicurando continuità agli investimenti nel comparto immobiliare.

Nel complesso, le misure fiscali previste per il 2026 mirano a coniugare il sostegno ai redditi medio-bassi con una maggiore equità nella distribuzione del carico tributario, garantendo al contempo la stabilità delle entrate e la sostenibilità della finanza pubblica.

Misure a favore delle imprese

La legge di bilancio introduce un pacchetto di misure mirate a sostenere la competitività delle imprese e a promuovere l’innovazione tecnologica, con un’attenzione particolare agli investimenti produttivi e alla sostenibilità. In questa prospettiva, è prevista una maggiorazione del costo di acquisizione dei beni materiali ai fini dell’ammortamento, per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro, al fine di incentivare il rinnovo e l’ammodernamento dei macchinari e delle strutture produttive.

Nel triennio 2026-2028 sarà confermato il credito d’imposta per le imprese localizzate nelle Zone Economiche Speciali (ZES), mentre verrà stanziato un fondo di 100 milioni di euro a favore delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS), con l’obiettivo di rafforzare la competitività dei territori a vocazione industriale e portuale.

È inoltre prevista la proroga fino al 31 dicembre 2026 della sterilizzazione della plastic tax e della sugar tax, misura volta a non gravare ulteriormente sul settore produttivo e sui consumi.

Viene rifinanziata anche la “Nuova Sabatini”, lo strumento agevolativo dedicato alle piccole e medie imprese per l’acquisto di beni strumentali.

Tra le principali novità spicca il ritorno dell’iperammortamento potenziato, che assumerà una forma “extra large” e sarà calibrato in modo progressivo: le agevolazioni saranno più consistenti per le micro e piccole imprese, riducendosi gradualmente al crescere del valore degli investimenti. Questa misura è concepita per favorire l’innovazione diffusa e sostenere il tessuto produttivo minore, con un’attenzione particolare alle aziende che affiancheranno ai nuovi investimenti obiettivi di efficientamento energetico e digitalizzazione, in linea con i principi della Transizione 5.0.

Il ripristino delle misure di iperammortamento e superammortamento, che assorbiranno interamente i 4 miliardi destinati al sostegno dei nuovi investimenti, comporta di fatto l’impossibilità di rendere strutturale o di prorogare l’IRES agevolata. Lo sconto di quattro punti percentuali sull’imposta introdotto con la precedente legge di bilancio resterà quindi limitato al solo periodo d’imposta 2025. Tale beneficio sarà riservato alle imprese che avranno destinato almeno il 30% degli utili accantonati all’acquisto di beni riconducibili ai programmi di Transizione 4.0 o 5.0, oppure a quelle che avranno incrementato il numero dei propri dipendenti nel corso dell’anno. Il Governo ha preferito concentrare le risorse su strumenti ritenuti più efficaci nel sostenere gli investimenti produttivi e la creazione di nuova occupazione.

Rottamazione 5

Sulla nuova Rottamazione 5 ancora molte incertezze tra i membri dell’esecutivo.

Quasi sicuramente comprenderà tutte le cartelle esattoriali notificate entro il 31 dicembre 2023, ma sarà escluso chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi. La misura potrebbe consentire di rientrare anche ai contribuenti decaduti dalle precedenti edizioni.

Resta da decidere se includere i tributi locali, poiché la partecipazione alla sanatoria sarà lasciata alla discrezionalità dei comuni.

Il costo complessivo dell’operazione è stato ridotto di circa 3 miliardi di euro, grazie all’esclusione dei contribuenti già in regola con la Rottamazione 4.

Misure per il lavoro

Nel triennio la manovra per il 2026 destina circa 3,5 miliardi di euro a favore delle famiglie e per il contrasto alla povertà, con l’obiettivo di rafforzare le politiche di inclusione sociale e sostenere i redditi medio-bassi.

Riforma ISEE

Un intervento centrale riguarda la revisione della disciplina per il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), finalizzata a facilitare l’accesso a prestazioni agevolate e bonus sociali. La riforma, che avrà un impatto complessivo stimato in circa 500 milioni di euro annui, si concentrerà sul valore dell’abitazione principale e sulle scale di equivalenza, elementi fondamentali per determinare la condizione economica dei nuclei familiari.

La riforma dell’ISEE si fonda su due direttrici principali:

  1. la rimodulazione del calcolo delle detrazioni fiscali per oneri e spese;
  2. le scale di equivalenza dell’ISEE, utilizzate per calcolare il reddito equivalente ai fini dell’accesso a bonus e servizi sociali (come l’assegno unico, i bonus energetici, le agevolazioni universitarie e l’assistenza domiciliare).

Un ulteriore passo della riforma sarà la cancellazione del valore della prima casa dal calcolo dell’ISEE, superando l’attuale esclusione parziale che riguarda solo gli immobili fino a 52.000 euro di valore catastale. Resta tuttavia aperta la discussione sul nuovo limite massimo da applicare.

Maxideduzione

Sul fronte del lavoro, viene confermata la maxideduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni, misura che premia le imprese più dinamiche dal punto di vista occupazionale: quanto maggiore sarà il numero di lavoratori assunti, tanto più significativo sarà il beneficio fiscale riconosciuto.

Detassazione dei premi di produttività

Parallelamente, il Governo intende incentivare la produttività e il coinvolgimento dei lavoratori nei risultati aziendali. È confermata la detassazione dei premi di produttività, con una riduzione dell’imposta sostitutiva attualmente al 10% e la possibilità di introdurre, nel 2027, un’aliquota quasi azzerata.

Si valuta inoltre un innalzamento della soglia di importo agevolabile oltre gli attuali 3.000 euro, per ampliare il beneficio e premiare le imprese che promuovono una maggiore partecipazione dei dipendenti ai successi aziendali.

Natalità

Viene non solo confermato ma anche potenziato il bonus per le madri lavoratrici nel 2026.

Troverà posto nel 2026 anche il bonus per i nuovi nati, pari a 1.000 euro, rivolto alle famiglie con un ISEE non superiore a 40.000 euro.

Aumenti dei rinnovi contrattuali

La manovra per il 2026 introduce una misura volta a favorire l’adeguamento dei salari contrattuali al costo della vita, prevedendo l’applicazione di una tassazione agevolata al 10% sugli incrementi retributivi riconosciuti ai lavoratori del settore privato in seguito ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).

Probabilmente, la cedolare secca del 10% sarà applicata agli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali a partire dal 1° gennaio 2026 e fino al 31 dicembre 2028, per l’intera durata di validità dei contratti.

L’articolo è ancora oggetto di valutazione tecnica da parte del Governo: si sta analizzando l’introduzione di un limite massimo di reddito per accedere al beneficio e la possibilità di estendere la tassazione agevolata anche ai rinnovi contrattuali stipulati prima del 1° gennaio 2026, in modo da ampliare la platea dei lavoratori interessati.

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