Dubbi Ue sull’Iva dei “minimi”

Pubblicato il 27 ottobre 2007 Il regime dei minimi previsto dall’articolo 4 del Ddl Finanziaria 2008 presenta alcuni elementi di incompatibilità con la normativa Iva comunitaria, che fanno sorgere forti perplessità circa la sua approvazione. In base al comma 5 del citato articolo, “i contribuenti minimi non addebitano l’imposta sul valore aggiunto a titolo di rivalsa e non hanno diritto alla detrazione”. Si tratta del riconoscimento di una franchigia totale dell’imposta spettante a imprenditori e professionisti con volume d’affari non superiori a 30 mila euro annui. Ma è proprio su questi requisiti soggettivi per l’accesso al regime che si annidano dubbi di conformità rispetto alle regole del sistema Iva comunitario. In particolare, la totale esenzione dagli obblighi Iva annunciata dal provvedimento a favore delle piccole imprese appare a prima vista in contrasto con la sesta direttiva comunitaria (77/388). Ciò non vuol dire che la strada della forfettizazione sia da considerarsi sbarrata, ma solo che il Governo italiano è chiamato, quanto prima, a contattare la Commissione europea per chiedere una possibile deroga alla sesta direttiva sul regime dei minimi, che venga poi sottoposta e approvata dal Consiglio.
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