Ecofin, ok direttiva anti-elusione

Pubblicato il 13 luglio 2016

Il 12 luglio 2016 il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva la direttiva anti-tax avoidance (atad), che recepisce le disposizioni Ocse che nel gennaio scorso sono state inserite nel pacchetto anti-Beps (Base erosion profit shifting) e che, quindi, prevede specifiche misure contro l’elusione delle imposte delle multinazionali e disposizioni contro le pratiche fiscali scorrette.

Gli Stati membri sono ora chiamati a recepire le nuove regole della direttiva Ecofin nei propri ordinamenti entro il dicembre 2018, a meno che già non posseggano una regolamentazione equivalente a quella sui limiti sugli interessi, in tal caso potranno continuare ad applicarla fino a quando l'Ocse avrà raggiunto un accordo su una norma minima, ma non oltre il 1° gennaio 2024.

Fanno eccezione anche le norme sull'imposizione in uscita che dovranno essere recepite entro il 31 dicembre 2019.

Cinque ambiti di intervento

Le nuove norme della direttiva Ecofin interessano nello specifico i seguenti 5 ambiti: deducibilità degli interessi ridotta, imposizione in uscita, norma generale antiabuso, limiti alle società controllate estere e regole sui disallineamenti tra strumenti ibridi.

Si tratta di cinque azioni specifiche che servono per arginare le pratiche finora messe in atto dai grandi gruppi multinazionali per abbattere il carico fiscale senza violare formalmente le leggi nazionali.

Società controllate estere (Cfc)

Tali società vengono molto spesso create come veicolo per spostare utili in giurisdizioni a bassa fiscalità.

Con le nuove misure della direttiva, finalizzate a scoraggiare pratiche tributarie scorrette, è consentito ai Paesi membri di riattribuire i redditi scaricati sulla Cfc alla società madre e così annullare il beneficio fiscale ottenuto mediante il veicolo transnazionale.

Tra le altre disposizioni anche quella che prevede: il pagamento dell'imposta in loco per le stabili organizzazioni con aliquota nominale inferiore alla metà rispetto a quella vigente nello Stato d'origine, il limite alle deduzioni degli interessi passivi fino al 30% e il pagamento di una “exit tax” sul trasferimento di profitti e residenza in un paese estero a fiscalità ridotta.

Il presidente di turno dell’Ecofin, Peter Kažimír, ha commentato dicendo che: “la nuova direttiva intende salvaguardare le basi imponibili nazionali per l’imposta sulle società dalle pratiche di pianificazione fiscale aggressiva che colpiscono direttamente il funzionamento del mercato interno", aggiungendo che “l’approdo di oggi rappresenta un passo importante e che dimostra anche che riteniamo che la lotta contro le pratiche elusive sia non solo una nostra priorità comune, ma anche un nostro impegno comune”.

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