Equo compenso Ddl in Commissione lavoro

Pubblicato il 05 luglio 2017

“Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate” questo reca il Ddl n. 2858, proposto dal Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi.

Durante l'iter di esame, il Ddl è entrato proprio in commissione lavoro per il primo step, il promotore si impegna a cercare soluzioni per garantire a tutti i lavoratori autonomi livelli minimi inderogabili della remunerazione.

Per il disegno di legge l'equo compenso è il compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, in considerazione della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione professionale.

Quanto alla misura del compenso si fa, per ora solo nel contenzioso, riferimento ai parametri vigenti, con discrezionalità del giudice nel valutare caso per caso le criticità del rapporto. Sul punto, in conferenza stampa al Senato, Sacconi ha spiegato che “la proposta consente di rendere nulle le clausole contrattuali che collocano la remunerazione al di sotto dei parametri minimi vigenti per orientare il magistrato nella soluzione del contenzioso".

Per chi non opera entro le regole degli ordini e dei collegi, è previsto che venga data “forza di legge ai contenuti minimi degli accordi collettivi sottoscritti da loro organizzazioni di rappresentanza con le associazioni dei committenti”.

Nel testo anche il dies a quo

Per evitare le incertezze giurisprudenziali che rendono impraticabili i contratti con le assicurazioni, il testo del decreto contiene la proposta di individuare nel giorno della prestazione il dies a quo, il momento da cui decorre il termine di prescrizione della responsabilità civile dei professionisti.

La presidente del Cup, Marina Calderone, partecipando alla conferenza stampa per la presentazione del Ddl, si è detta soddisfatta dal disegno di legge ed ha espresso apprezzamento verso l'impegno del Senatore Sacconi. E solleva solo una perplessità: “vedo difficile farvi coesistere una strategia per il riconoscimento del diritto all’equo compenso per le categorie professionali non regolamentate perché si fa riferimento all’uso di parametri per misurare l’equità dei compensi che sono stati già definiti dai ministeri vigilanti” degli Ordini.

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