Fatturazione elettronica Orlandi: restano reverse e induttivo

Pubblicato il 21 luglio 2016

La direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, in audizione in Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, ha fornito i dati del successo della dichiarazione precompilata (il termine di invio del 730 è il 22 luglio e di Unico è il 30 settembre) e della fatturazione elettronica (presto sarà rilasciata una App per i dispositivi mobili).

Poi, ha fatto il punto sullo stato di attuazione del progetto di inserimento del canone Rai in bolletta.

Con il quadro sulle iniziative strategiche dell’Agenzia ha evidenziato benefici raggiunti e criticità da superare.

Precisazioni della Orlandi sulla fatturazione elettronica

Niente da fare per la disapplicazione del reverse charge e dell'induttivo in caso di fatturazione elettronica.

La Orlandi spiega che la fatturazione elettronica è complementare, piuttosto che alternativa al reverse charge, nel garantire il contrasto all’evasione e prevenire nuove frodi, e che anche le disposizioni comunitarie portano ad “escludere che l’adozione della trasmissione telematica dei dati delle fatture, o della fatturazione elettronica, possa limitare o condizionare l'ambito di applicazione del reverse charge”.

Stessa criticità si verificherebbe con la previsione di escludere l’applicazione di procedure di accertamento analitico induttivo: limiterebbe fortemente i poteri dell’Amministrazione finanziaria la quale – proprio partendo dagli elementi certi in suo possesso (fatture e pagamenti) – è messa in condizione di effettuare ricostruzioni credibili e realistiche del volume d’affari di una impresa identificando eventuali ricavi in nero.

Sulla conservazione delle fatture elettroniche la direttrice ricorda che il sistema consente al contribuente di poter recuperare in ogni momento le sue fatture originali e di poterle usare, ad esempio, in un procedimento giudiziario senza dover dimostrare la loro validità legale, in linea con le previsioni comunitarie.

Commento sulle raccomandazioni OCSE/FMI

In merito al quadro offerto da OCSE e FMI sul fisco italiano e della richiesta di ridurre la cadenza delle dichiarazioni, la Orlandi si dice d'accordo: la tempestività sarebbe un elemento fondamentale, il nero prodotto dalle frodi si volatilizza. Pertanto è auspicabile una dichiarazione con cadenza più breve (mensile o trimestrale), per “impedire la monetizzazione dell’Iva”.

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