In data 8 ottobre 2025, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge recante “Istituzione della festa nazionale di San Francesco d’Assisi”.
Il provvedimento, approvato dalla Camera dei Deputati il 23 settembre 2025 e dal Senato della Repubblica il 1º ottobre 2025, sancisce ufficialmente la celebrazione del 4 ottobre come festa nazionale dedicata a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
Contestualmente, il Capo dello Stato ha indirizzato una lettera ai Presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, nella quale ha illustrato le proprie considerazioni e perplessità sul testo della legge, pur non ravvisando profili di incostituzionalità tali da impedirne la promulgazione.
La nuova legge ha l’obiettivo di promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà, in linea con l’eredità spirituale e morale di San Francesco d’Assisi.
L’articolo 1:
Nella lettera allegata al comunicato, il Presidente Mattarella evidenzia criticità di coordinamento normativo derivanti dall’approvazione della nuova legge. In particolare, il Capo dello Stato sottolinea che il 4 ottobre risulta ora duplicemente qualificato, sia come festa nazionale (in onore di San Francesco) sia come solennità civile (in onore di Santa Caterina da Siena).
Tale sovrapposizione giuridica è problematica, poiché le due qualificazioni producono effetti diversi nel nostro ordinamento (una festività comporta chiusura e sospensione del lavoro; una solennità civile no).
Inoltre, la previsione di iniziative scolastiche e istituzionali per entrambe le ricorrenze risulta incoerente, poiché il giorno è ora festivo e quindi non lavorativo né scolastico.
Mattarella invita pertanto il Parlamento a intervenire con correttivi legislativi, al fine di chiarire e uniformare il quadro normativo, suggerendo di operare una scelta tra le due qualificazioni: o mantenere la festività nazionale dedicata a San Francesco, o la solennità civile dedicata a Santa Caterina.
Egli indica come “verosimile” l’abrogazione della seconda, considerata “meno rilevante”, per assicurare chiarezza e coerenza normativa.
Nel passaggio conclusivo della sua lettera, il Presidente sottolinea un principio di carattere generale: “Non posso, infine, non sottolineare l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci”.
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