Festivi e domenicali, tutti i giorni sembrano uguali

Pubblicato il 08 novembre 2018

È mattina presto e non c’è traffico, la città sembra lenta e indolente come accade spesso quando le festività cadono in mezzo alla settimana. Per Cosetta il discorso cambia: si sente suo malgrado molto simile alla bambina sfruttata dai perfidi locandieri Thénardier nel capolavoro di Victor Hugo (I Miserabili, 1862).

E così, mentre in auto si reca a lavorare nella tavola calda a ridosso della frequentatissima zona turistica, riflette mentre canticchia la proposta radiofonica del giorno dedicata al Vasco nazionale: “Liberi liberi siamo noi, però liberi da che cosa, chissà cos’è?”. “Eh già – rimugina tra sé e sé la giovane ragazza – da che cosa posso dichiararmi affrancata?”.

Così, al termine della stancante giornata ‘festiva’, trova il coraggio di inviare una dettagliata mail all’Ispettorato del Lavoro in cui racconta i ritmi massacranti a cui deve sottostare, la mancanza di riposi e il lavoro che considera tutti uguali i 365 giorni all’anno. Non ci sono pause, non ci sono feste, non c’è tempo libero né possibilità di recuperare le energie psico-fisiche.

“La normativa è complessa e non tutto è esplicitato chiaramente (D.lgs. n. 66/2003 e Direttiva n. 2003/88/CE; L. n. 370/1934; L. n. 260/49)– esordisce l’ispettore che nei giorni successivi ha convocato Cosetta in ufficio – Di sicuro non è possibile lavorare tutte le domeniche e tutti i giorni festivi, andremo fino in fondo. Adotteremo un provvedimento di disposizione (artt. 10 e 31 d.P.R. n. 520/55 e art. 14 D.lgs. n. 124/04) nei confronti del suo titolare volto a ripristinare una situazione corretta; se non dovesse ottemperare a tale ordine, a nostro avviso si configura un illecito penale, in quanto la disciplina sul lavoro domenicale e festivo riguarda la tutela del bene della salute e della sicurezza della persona”.

Cosetta torna a casa, chissà forse questa volta qualcosa cambierà davvero, intanto ha finalmente un po’ di tempo per leggere un bel libro sotto le coperte. Un passo però la scuote e la rispedisce in una profonda malinconia: “Tu vendi il tuo tempo, le tue giornate, per cui lo stipendio che ti danno è una sorta di ricompensa perché ti hanno rubato qualcosa” (La fine è il mio inizio, di Tiziano Terzani – Longanesi 2006).

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

ISA 2024: approvate le modifiche

05/05/2025

Concordato preventivo biennale 2025-2026: online il software “Il tuo ISA 2025 CPB”

05/05/2025

Lavoro sportivo: pubblicato il terzo aggiornamento del mansionario

05/05/2025

Coniuge superstite e IMU: quando si è soggetti passivi d’imposta

05/05/2025

Aggressioni a docenti: maggiori tutele per il personale scolastico

05/05/2025

Dichiarazioni dei Redditi 2025: ok software per compilazione e controllo

05/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy