Fisco troppo invasivo. Allarme privacy

Pubblicato il 14 marzo 2012 Salvare, sì, l'Italia ma non a danno della riservatezza dei suoi cittadini.

A lanciare accuse contro le ultime manovre economiche messe in campo per combattere l'evasione fiscale è il Garante della privacy, Francesco Pizzetti, durante l'intervento, presso l'aula del Senato, in cui ha tracciato il bilancio dei suoi sette anni di attività. Il mandato del Garante scadrà il 13 aprile 2012.

Dure le parole di Pizzetti: “in uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori”, in quanto è da “sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli”. Ha paventato anche “strappi forti allo Stato di diritto”.

Pizzetti ha, tuttavia, ribadito il suo totale consenso a varare norme per contrastare “la fuga” dei cittadini dall'obbligo di contribuire con la propria capacità economica al bilancio statale. Ma, dall'altra parte, non concorda con gli strumenti utilizzati: da ultimo, il D.L. n. 16/2012, dove si è previsto di compilare una lista di buoni e cattivi e rilasciare i bollini blu per i commercianti virtuosi.

Ancora, sotto accusa finiscono tutti le modalità con cui il Fisco intende ottenere informazioni che non riguardino la sfera economica del contribuente bensì la sua sfera privata (come il nuovo redditometro), nonché acquisire notizie dagli intermediari finanziari.

L'intervento del Garante ha affrontato anche il problema della enorme mole di dati personali che il sistema giudiziario utilizza e della loro sicurezza. Non ultimo, il nodo “intercettazioni”, per il quale ha chiesto una parola decisiva del Parlamento.
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