Il Garante privacy ha comminato una sanzione di 50.000 euro ad un’azienda di autotrasporto per controllo a distanza di circa 50 dipendenti, durante la loro attività lavorativa, attraverso un sistema di geolocalizzazione satellitare (Gps) installato sui veicoli aziendali.
La sanzione è stata disposta con provvedimento del 16 gennaio 2025, di cui il Garante privacy ha dato notizia nella newsletter del 21 marzo 2025.
In data 16 gennaio 2025, il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un provvedimento sanzionatorio nei confronti di un’azienda di autotrasporti per illecito trattamento dei dati personali di circa cinquanta dipendenti, attraverso un sistema di geolocalizzazione satellitare installato sui veicoli aziendali.
L’intervento dell’Autorità è stato sollecitato da un reclamo presentato da un ex dipendente, che ha denunciato l’uso del sistema GPS senza il rilascio della previa informativa ex art. 13 GDPR e il mancato adempimento alla procedura prevista dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori (autorizzazione sindacale o dell’ITL).
La Società aveva fornito una prima risposta, dichiarando di aver ottenuto autorizzazione dall’ITL per l’uso del sistema satellitare per finalità di tutela beni, sicurezza sul lavoro, esigenze produttive di aver reso l’informativa ex art. 13 GDPR affiggendola nella bacheca aziendale.
La Società aggiungeva di non aver attivato informative semplificate sui mezzi, che la localizzazione dei mezzi avveniva anche durante le pause lavorative ma i dati sono riferiti solo al tempo di attività e che i dati non sono registrati al di fuori dell’orario lavorativo.
Il Garante ha inviato una seconda richiesta di informazioni, rimasta inevasa. Di conseguenza, è stato notificato l’avvio del procedimento sanzionatorio, con l’intervento del Nucleo Privacy della Guardia di Finanza. Dal verbale ispettivo è emerso che con il sistema geolocalizzazione satellitare installato sui veicoli aziendali:
Conseguentemente è stata avviata un’istruttoria anche nei confronti della Società fornitrice tecnica del sistema.
Con l’atto di avvio del procedimento sanzionatorio, il Garante ha contestato violazioni degli artt. 5, par. 1, lett. a), c), e), 13 e 88 del GDPR.
In risposta, la Società ha sostenuto che:
La Società ha rinunciato all’audizione precedentemente richiesta.
L’istruttoria ha evidenziato una serie di violazioni della normativa in materia di privacy e dei vincoli stabiliti nel provvedimento autorizzatorio dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL), ottenuto dall’azienda. In particolare:
L’indagine ha rivelato che, nonostante l’azienda sostenesse l’impossibilità di associare i dati ai singoli autisti, nella pratica ciò era pienamente possibile. I veicoli erano assegnati con continuità agli stessi dipendenti, e l’interfaccia utilizzata consentiva l’inserimento di dati personali (nome, patente, ecc.) e quindi l’identificabilità diretta o indiretta.
Sulla base delle risultanze istruttorie, il Garante, con provvedimento del 16 gennaio 2025, ha ritenuto il trattamento effettuato illecito, ai sensi degli articoli 5, par. 1, lettere a), c), ed e), 13 e 88 del Regolamento UE 2016/679, nonché degli articoli 114 e 157 del Codice della privacy. Le principali violazioni rilevate sono:
Di conseguenza, il Garante ha:
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
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