Il documento intitolato "La sospensione dall’esercizio della professione: inquadramento della fattispecie e criticità in caso di sostituzione nella gestione dello studio professionale", pubblicato dal Cndcec (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) il 31 marzo 2025, è un vademecum operativo che affronta le implicazioni della sospensione professionale per i commercialisti e le modalità di gestione dello studio in caso di sospensione.
Il documento, con l’intento di fornire una visione generale del tema, esamina gli effetti pratici derivanti dalla sospensione dell’attività professionale. Viene posta particolare attenzione:
Un’attenzione specifica è dedicata ai doveri che ricadono sul collega che assume temporaneamente la gestione dello studio: questi comprendono sia le attività da svolgere, sia le responsabilità e i compiti connessi, il tutto in un’ottica volta a garantire la continuità del servizio.
La sospensione dall’esercizio della professione rappresenta una misura limitativa che può essere applicata a un iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per diversi motivi. Il documento del 31 marzo 2025 esamina le varie tipologie.
Sospensione come sanzione disciplinare (Art. 52 D.lgs. 139/2005)
Caratteristiche principali:
Cause:
Effetti:
Sospensione cautelare (Art. 53 D.lgs. 139/2005)
Caratteristiche principali:
La facoltativa è decisa dal Consiglio di disciplina se sussistono motivi gravi e richiede l’audizione dell’iscritto.
Quella obbligatoria è disposta in caso di misura cautelare/interdittiva penale o condanna definitiva.
Effetti:
Sospensione per morosità (Art. 54 D.lgs. 139/2005)
Caratteristiche principali:
Se la morosità persiste, può sfociare in un procedimento per cancellazione dall’Albo.
Effetti:
Sospensione per mancata comunicazione del domicilio digitale (Art. 16, co. 7-bis, D.l. 185/2008)
Caratteristiche principali:
L’Ordine invia una diffida di 30 giorni; in caso di inadempimento, applica la sospensione fino alla comunicazione.
Effetti:
NOTA BENE: Tutte le sospensioni, anche se diverse per finalità e presupposti, impediscono l’attività professionale. In alcuni casi, il professionista può incorrere nel reato di esercizio abusivo se continua l’attività nonostante la sospensione.
Quando un commercialista viene sospeso dall’esercizio della professione — per motivi disciplinari, cautelari o amministrativi — non può svolgere alcuna attività professionale. Questo non significa però che lo studio debba fermarsi: anzi, è fondamentale che le attività continuino a funzionare per garantire assistenza ai clienti e rispettare scadenze e adempimenti. Per farlo, entra in gioco una figura centrale: il collega sostituto.
Il Codice Deontologico della professione sottolinea l’importanza della solidarietà e del supporto reciproco tra professionisti. In quest’ottica, è previsto che, in caso di sospensione, un altro commercialista possa assumere temporaneamente la gestione dello studio.
Chi accetta questo incarico deve garantire non solo che il lavoro venga svolto con serietà, ma anche che lo studio mantenga le sue caratteristiche originali — che i clienti non subiscano disservizi e che il passaggio sia il più possibile fluido.
La normativa non stabilisce un iter burocratico rigido, ma il documento Cndcec consiglia alcune buone pratiche:
Cosa succede a obblighi come antiriciclaggio e privacy?
Questi obblighi passano interamente al professionista subentrante. Il sostituto è tenuto a rispettare tutte le normative previste — come segnalazioni di operazioni sospette, verifiche antiriciclaggio, protezione dei dati personali dei clienti — perché agisce come titolare dell’attività per tutta la durata del subentro.
L’obiettivo finale: continuità e tutela
L’intera gestione è orientata a garantire continuità nello studio professionale, tutela del cliente e rispetto delle norme. Anche se la sospensione rappresenta un momento delicato per il professionista, l’organizzazione suggerita consente di salvaguardare il rapporto di fiducia con la clientela, evitare disservizi e prepararsi al ritorno all’attività in modo ordinato.
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