Il dipendente può essere sempre controllato a distanza

Pubblicato il 26 marzo 2015 Enea non vede l’ora di incontrare il padre, ma a differenza dell’illustre predecessore troiano di cui porta il nome, non vuole caricarselo sulle spalle, ma sollecitarlo sulle ultime nozioni acquisite nel corso della lezione odierna di diritto del lavoro.

Tira fuori gli appunti e comincia a leggere con tono solenne: “È vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori” (art. 4, comma 1, L. 300/1970). Prosegue: “Per lo Statuto dei Lavoratori l’installazione è possibile esclusivamente per esigenze organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro e solo previo accordo con le rappresentanze sindacali o, in mancanza, con preventiva autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro”.

Il papà, ispettore del lavoro, ascolta con attenzione e pacatezza, anche quando il figlio Enea lo incalza: “Questa volta c’è poco da aggiungere, voglio vedere se ricominci con la tua solita frase ‘la situazione in realtà è un po’ diversa’…”.

Il papà-ispettore comincia premettendo ad Enea che il Jobs Act (art. 1, comma 7, lett. f), L. n. 183/14) prevede la revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro. Spiega al figlio che per la giurisprudenza ciò che separa il controllo legittimo da quello vietato è la finalità dello stesso (Cass. Civ. Sez. Lav. n. 3122 del 17/02/2015). “Non mi complicare le cose! - interviene stizzito Enea - Non vorrai mica farmi credere che ne sai più del professore di diritto del lavoro?”.

“E come potrei?”, risponde diligentemente e con un po’ di ironia il padre. “Vorrei però farti capire che nei fatti il datore di lavoro può sempre controllare a distanza il lavoratore. Potrà utilizzare le immagini contro il proprio dipendente se queste evidenziano atti lesivi del patrimonio o dell’immagine dell’azienda. A mio modesto parere, ma senti sul punto il luminare di diritto del lavoro, questo significa arginare il divieto posto dallo Statuto dei Lavoratori, in quanto il giudizio sull’utilizzabilità o meno delle immagini avviene solo alla fine e, di fatto, rende inconsistente il divieto”.

È proprio vero che un uomo si rende conto che il padre ha ragione solo quando ha già un figlio che pensa che lui stia sbagliando (C. Wadsworth).
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