“Il paradosso di Stockdale” ci insegna che anche l’ottimismo uccide: per riuscire nella più ardua delle imprese non è sufficiente avere fiducia nelle proprie capacità senza fare nulla, bisogna anche saper accettare con brutale realismo la situazione presente, altrimenti non si ha la spinta ad agire.
Addolorato Dignitari, titolare delle onoranze funebri “Capolinea”, pur consapevole che il proprio business non fa distinzione tra vittime del pessimismo e del suo contrario, ha improntato la mission aziendale su una secca pianificazione strategica derivante da una fredda analisi della realtà. A sua detta, non è facile gestire l’arrivo della Nera Mietitrice senza una rigida disciplina organizzativa.
Sicché ha contattato il proprio consulente del lavoro per capire qualcosa in più sul nuovo contratto a tempo determinato introdotto dal “Decreto Dignità” (L. n. 96 del 9 agosto 2018, di conversione - con modificazioni - del D.L. n. 87 del 12 luglio 2018 c.d. Decreto Dignità): “Avendo già nel mio cognome tutta la forza dell’onorabilità, vorrei sapere come posso elevare la stima e il decoro dei miei lavoratori…”.
“Con un bel contratto a termine! – esclama il professionista – Può durare al massimo 24 mesi a prescindere dalle proroghe, che non possono essere più di 4; per i primi 12 mesi non è necessario specificare alcuna causale, se si supera questa durata può essere prorogato solo per motivi specifici. Ma attenzione, se si rinnova nei primi dodici mesi la causale va posta” (art. 19, comma 1, D.lgs. 81/2015).
“Molto bene, la ringrazio per le preziose informazioni – ribatte soddisfatto Addolorato – Solo un’austera programmazione aziendale permette di riconoscere dignità ai lavoratori. Una durata certa e contenuta della propria breve vita lavorativa aiuta a comprendere il senso profondo dell’esistenza e anche quello della mia attività: siamo tutti usufruttuari e, vivaddio, tutti a tempo determinato…”.
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