In mano ad un Dpr la disciplina sugli ordinamenti professionali

Pubblicato il 14 novembre 2011 Le categorie sempre più sul piede di guerra, ma ormai il dado è tratto. È stabilito, ex lege stabilità, che sarà un Dpr (strumento di delegificazione) entro 12 mesi – a partire dal 13 agosto 2011 - a riformare gli ordini. Il veicolo, secondo i professionisti, può rivelarsi una minaccia per l’intera disciplina. Secondo Marina Calderone, presidente del Cup, il Dpr è giuridicamente inadeguato. Si potrebbe concretizzare anche la cancellazione degli ordini in caso di un ritardo del decreto.

E, intanto, sarebbe già stato consultato un costituzionalista che per conto degli Ordini starebbe valutando i profili di incostituzionalità della legge, basati sull’eccesso di delega (il dpr attuativo cancella l’intera disciplina vigente mentre la norma chiedeva di intervenire solo su alcuni aspetti) e su un vizio di forma (un regolamento governativo porterebbe a cancellare norme di rango superiore come quelle leggi sulle quali esiste una riserva assoluta).

Per il resto, sono fermati i punti su: possibilità di costituire società, anche multidisciplinari, tra professionisti, le Stp; assicurazione obbligatoria; formazione continua; procedimento disciplinare terzo con sospensione dall’Albo; abolizione delle tariffe minime ("prendendo come riferimento le tariffe professionali. È ammessa la pattuizione dei compensi anche in deroga alle tariffe").
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