Indagine Csm su processo telematico e suo stato di attuazione

Pubblicato il 21 giugno 2014 Il Consiglio superiore della magistratura ha pubblicato, con risoluzione del 12 giugno 2014, i risultati del monitoraggio avviato, con delibera del 5 marzo 2014, sullo stato di attuazione del processo civile telematico.

Criticità rilevate

Nel testo della risoluzione, il Csm ha provveduto a formulare una serie di considerazioni suddivise in tre aree tematiche: problematiche di carattere strutturale, materiale ed organizzativo; problematiche relative alla formazione ed alla diffusione degli strumenti necessari al Pct; problematiche relative al concreto ed effettivo esercizio della giurisdizione.

Con riferimento alla prima categoria, si segnala la criticità concernente il tema delle infrastrutture di rete, dell'assistenza sistemistica e delle risorse materiali, emergendo l'urgente necessità “di ulteriori ed efficienti dotazioni informatiche, specialmente di scanner e monitor di grandi dimensioni”.

Per quel che riguarda, invece, le problematiche relative alla formazione, all'assistenza formativa ed alla diffusione degli strumenti necessari al Pct è evidente – secondo il Csm - “la forte necessità di una formazione strutturata, non casuale o semplicemente “a richiesta” degli uffici giudiziari e che non investa solo i magistrati ma anche il personale di cancelleria”.

Il fascicolo cartaceo va mantenuto

Relativamente, infine, all'effettivo esercizio della giurisdizione, nel testo dell'indagine viene evidenziata la necessità del mantenimento, accanto al fascicolo digitale, di quello cartaceo nonché quella di garantire in via primaria la “capacità di stampa” degli uffici, quantomeno attraverso l'urgente fornitura di stampanti veloci, carta e toner.
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