Indennizzo per danni da emotrasfusione, anche con intervento oltre confine

Pubblicato il 12 dicembre 2017

Sì all’indennizzo per malattia contratta da emotrasfusione, ex Legge n. 210/1992, anche se l’intervento chirurgico è stato eseguito all’estero, se ciò è necessitato dall’esigenza di sopperire alle deficienze del Servizio sanitario nazionale. Se detto intervento, pur avvenuto oltre confine, è stato infatti preventivamente autorizzato dal SSN previa verifica dei presupposti di legge, esso deve essere fondatamente ricondotto nell’ambito della protezione della legge a tutela della salute del cittadino italiano ai fini dell’erogazione del suindicato indennizzo.

E’ questo il principio fatto proprio dalla Corte di Cassazione, Sezione lavoro, con ordinanza n. 29584 dell’11 dicembre 2017, accogliendo il ricorso di un soggetto, avverso la pronuncia con cui i giudici territoriali gli avevano negato il diritto ad ottenere l’indennizzo per aver contratto epatopatia cronica HCV - assunta come correlata ad emotrasfusioni somministrate in occasione di trapianto renale – solo perché l’intervento era stato eseguito all'estero.

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