Internazionalizzazione nella specializzazione Orlando al Cnf

Pubblicato il 07 luglio 2016

Al convegno organizzato dal Consiglio nazionale forense “Gli Studi Legali Associati: Piattaforma di Sviluppo” - in collaborazione con gli studi legali Bonelli Erede, Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners e Chiomenti - dopo l'introduzione del presidente del Cnf, Andrea Mascherin, l'intervento del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha palesato l'intenzione del Governo di andare oltre l'attuazione della riforma forense.

L'equo compenso e il lavoro parasubordinato dei legali e quello intrecciato della specializzazione/formazione nella prospettiva dell'internazionalizzazione

La professione non può far finta che niente sia cambiato, deve tener conto della internazionalizzazione

Il pensiero del Ministro è che “Gli studi devono strutturarsi per avere forza sufficiente per affrontare la realtà. Mettere il broncio alla contemporaneità può servire nel breve periodo o per fare carriera nelle associazioni forensi ma a lungo andare è nocivo. A noi serve un avvocato che riesca a seguire il cliente all'estero e non il caso opposto di chi lo perde anche in Italia”.

Sull'introduzione del socio di capitale, il ministro batte sul modello delle società che investono per favorire i processi di organizzazione, formazione e specializzazione declinati in funzione dell'internazionalizzazione: “Il capitale può sorreggere la formazione mentre i piccoli studi questo non lo riescono a fare, non possono fermarsi a studiare un fenomeno nuovo”.

Non si blocchi il decreto sulle specializzazioni

Infine, sempre dal ministro della Giustizia, in merito alle specializzazioni viene chiesto alle associazioni di categoria che hanno impugnato il decreto di riaprire il tavolo ministeriale e fare qualche intervento piuttosto che bloccare in tribunale un provvedimento essenziale.

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