Irap anche per il notaio che svolge funzioni pubbliche e si serve di personale

Pubblicato il 08 agosto 2009

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16855 del 20 luglio 2009, ha sancito che deve pagare l’Irap il notaio che per svolgere pubbliche funzioni attribuitegli dalla legge, si serve dell’aiuto del personale. Nella sentenza si stabilisce che “ai fini della imposizione IRAP, l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo diversa dall’impresa commerciale costituisce, secondo l’interpretazione costituzionalmente orientata della Corte costituzionale con la sentenza n.156 del 2001, presupposto dell’imposta soltanto qualora si tratti di attività autonomamente organizzata. Il requisito dell’autonoma organizzazione, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente che eserciti attività di lavoro autonomi a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organzizzazione, e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; b) impieghi beni strumentali eccedenti le quantità che, secondo, “l’id quod plerumque accidit”, costituiscono nell’attualità il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività anche in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui”.

Per i giudici di legittimità, dunque, paga l’Irap chi ha un’attività professionale con autonoma organizzazione, costituita da impiego di capitali, risorse, beni strumentali e lavoro altrui non occasionale. Tutte cose riconosciute anche ai notai nell’esercizio della loro attività.

Roberta Moscioni

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