Jobs act, sul reintegro nel disciplinare ingiustificato ok dalla Commissione

Pubblicato il 19 novembre 2014 L'emendamento al Ddl Jobs act, riformulato dal Governo, ottiene l'ok in commissione Lavoro alla Camera.

In sintesi, il reintegro resta per i licenziamenti nulli e discriminatori, ma anche per specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato. Verranno stabiliti normativamente termini certi per l'impugnazione del licenziamento.

Il licenziamento disciplinare si ha in caso di comportamento del dipendente che faccia venir meno il vincolo fiduciario tra datore e lavoratore. Se impugnato, potrà valere al dipendente: in via generale l'indennizzo economico inversamente proporzionale rispetto alla colpa del lavoratore; per specifiche fattispecie di licenziamenti disciplinari ingiustificati, elenco che arriverà con i decreti delegati, il reintegro.

Ridurre le incertezze della legge Fornero è lo scopo dell'aggiustamento della vigente normativa, che prevede ora espressamente il reintegro nell'ipotesi in cui il licenziamento derivi da una violazione che il codice disciplinare contrattuale punisce con un provvedimento di tipo conservativo (sospensione dal lavoro per qualche giorno). Ma la genericità delle tipizzazioni dei comportamenti previste dai contratti collettivi o aziendali fa sì che i giudici abbiano troppi margini di discrezionalità.

Anche il ddl Stabilità torna al centro della discussione sulle correzioni. L'ultima potrebbe accogliere i suggerimenti dell'opposizione sulla compensazione dei debiti fiscali delle imprese con i crediti commerciali vantati sulla Pa ed entrare a regime dal 2015.

Infine, si segnala un documento del Cndcec che avverte che la norma inserita nella legge di stabilità relativa alla deducibilità dalla base imponibile ai fini Irap delle spese per lavoro dipendente, rischia di penalizzare seriamente le imprese operanti nel settore turistico. Nel merito si spiega che la deducibilità delle spese per i soli lavoratori a tempo indeterminato, finisce sostanzialmente per non impattare sulle imprese turistiche che, essendo legate alla stagionalità, sono spesso costrette ad assumere invece solo a tempo determinato.
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