Legge Vassalli “inalterata” anche dopo l'intervento della Corte di giustizia

Pubblicato il 06 marzo 2015 Secondo la Corte di cassazione – sentenza n. 4446 del 5 marzo 2015 – la struttura complessiva delineata dalla Legge n. 117/1988, cosiddetta “Legge Vassalli” sulla responsabilità civile dei magistrati, è rimasta inalterata nelle sue linee fondamentali anche dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue del 24 novembre 2014 (causa C-379/10).

Detta sentenza europea – spiega la Corte – ha, infatti, inciso nel nostro ordinamento nei ristretti limiti ivi indicati.

E' quindi fuori luogo – a detta della Suprema corte – censurare una pronuncia di merito emanata in detta materia, ipotizzando che dalla sentenza europea derivi, addirittura, un obbligo generalizzato di disapplicazione della normativa interna in nome del principio di prevalenza del diritto comunitario.

E ciò vale sia per la normativa nazionale nel suo complesso che, più direttamente, per la permanenza della cosiddetta fase di filtro, costituita dal giudizio di ammissibilità.

Ciò senza contare che, nel caso specificamente esaminato dalla Suprema corte, le presunte gravi ed inescusabili violazioni di legge che il ricorrente aveva ipotizzato a carico di numerosi magistrati, non coinvolgevano alcun problema di interpretazione del diritto dell'Unione europea, tanto che la citata sentenza della Corte di giustizia non poteva, comunque, spostare i termini del giudizio.
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