L’ordine di espulsione disatteso non blocca l’emersione 2009

Pubblicato il 28 giugno 2011 Il Consiglio di stato, con due sentenze del 10 maggio 2011, ha stabilito che il non aver obbedito a un ordine di espulsione non è motivo ostativo alla regolarizzazione del 2009 di colf e badanti.

Con la circolare n. 17102 del 23 giugno 2011, il ministero dell'Interno fornisce, agli Sportelli Unici per l’immigrazione, le prime linee guida sulle “procedure di emersione dal lavoro irregolare nelle quali sia venuta in rilievo, quale causa ostativa all’ammissione delle dichiarazioni di emersione, una sentenza di condanna per il reato di cui all'articolo 14, comma 5 ter, del dlgs n. 286/98”, ossia il rifiuto a un ordine di espulsione.

Ciò produce la riapertura della procedura di sanatoria 2009 per le situazioni:

- ancora pendenti, dunque quando ancora non è stato notificato il decreto di diniego dell'emersione ai richiedenti, quando è pendente il ricorso giurisdizionale o straordinario, quando deve ancora spirare il termine di 120 giorni dalla notifica, valido per l'impugnazione;
- per quelle chiuse, previa specifica istanza da parte del datore di lavoro.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Cambio del luogo di lavoro e legge applicabile: i chiarimenti della CGUE

12/12/2025

INAIL: dal 2026, assegno di incollocabilità fino a 67 anni

12/12/2025

Cndcec: chiarimenti su obbligo formativo in materia di antiriciclaggio

12/12/2025

Gestione rifiuti e TARI: esclusa l’aliquota ridotta per la tariffa

12/12/2025

Contributi 2025 per eventi sportivi: requisiti e scadenze per ASD e SSD

12/12/2025

Esportazione rottami metallici extra-UE: nuova piattaforma digitale dal 15 dicembre

12/12/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy