Nei controlli il Fisco dimentica i diritti

Pubblicato il 09 agosto 2005

Pur esistendo da ben cinque anni ed essendo operativa da quattro, la legge n. 212/2000, istitutiva dello "Statuto del contribuente", stenta a far accreditare alcune sue previsioni come principi dell'ordinamento: è il caso della regola di cui all'articolo 12, comma 7, della legge medesima, che prevede che a seguito del rilascio della copia del processo verbale di chiusura delle operazioni da parte degli organi di controllo, il contribuente possa comunicare, entro 60 giorni, osservazioni e richieste, poi valutate dagli uffici impositori. Questo termine dovrebbe garantire che l'avviso di accertamento non possa essere emanato prima della sua scadenza, salvo casi di particolare e motivata urgenza. L'avvenuto mancato rispetto di tale previsione ad opera del Fisco ha prodotto innumerevoli pronunciamenti giurisprudenziali, tra loro anche fortemente contrastanti, che non danno soluzione al danno derivante dalla mancanza di spazi per l'eventuale promozione del contraddittorio.

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