OCF: avvocati indignati per dichiarazioni del Guardasigilli su prescrizione

Pubblicato il 14 dicembre 2019

L'Organismo Congressuale Forense ha reso noto di aver scritto una lettera al Premier, Giuseppe Conte, per protestare contro le esternazioni rese dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sul tema della prescrizione penale.

Lettera al Premier con richiesta di intervento

Le ultime dichiarazioni del Guardasigilli (in particolare quelle rese in diretta TV con cui Bonafede avrebbe spiegato, testualmente, che: "i reati dolosi non sempre sono facilmente dimostrabili e quindi diventano colposi, con una conseguente riduzione dei tempi della prescrizione"), hanno destato una forte indignazione nella classe forense e nella comunità dei giuristi, determinando anche prese di posizione formali dei Consigli dell’Ordine del territorio che, in alcuni casi, sarebbero arrivati a chiedere le dimissioni del ministro.

La reazione generalizzata dell’Avvocatura – si legge nella missiva datata 13 dicembre – nasce dalle dichiarazioni con cui Bonafede, agendo in modo assolutamente inadeguato rispetto alla sua funzione di garante della Giurisdizione, avrebbe abbandonato “ogni forma istituzionale", eludendo, altresì, "la necessità di evidenziare le importantissime criticità – anche costituzionali – già da tempo sottolineate da pur autorevolissimi giuristi italiani, dando un quadro semplicistico e ridotto a esplicazioni collidenti con i più elementari principi del nostro sistema di diritto”.

La banalizzazione resa dal Guardasigilli per difendere la propria riforma nonché il riferimento a presunte responsabilità dell’Avvocatura – sottolinea il Coordinatore dell’OCF, Giovanni Malinconico, firmatario della lettera - sono “inaccettabili”.

Ed inaccettabile è stato anche considerato il mancato invito ai tavoli sulla riforma dell'Organismo Congressuale Forense, organo di rappresentanza politica dell'Avvocatura, tavoli che invece vedono la partecipazione della rappresentanza istituzionale forense, come noto sottoposta alla diretta vigilanza del dicastero di via Arenula.

Da qui la richiesta di un intervento del Presidente del Consiglio, per richiamare il ministro a “riequilibrare le necessarie interlocuzioni” e ripristinare una doverosa e corretta informazione da parte degli organi di Governo.

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