Ocf su Ddl concorrenza. A rischio l’autonomia degli avvocati

Pubblicato il 09 maggio 2017

Con comunicato del 4 maggio 2017, l’Organismo Congressuale forense esprime parere negativo su alcune previsioni contemplate dal D.d.l. Concorrenza, che lo scorso 3 maggio 2017 ha ottenuto il sì del Senato, passando al vaglio della Camera.

Apertura al socio di capitale e Rc auto: perplessità dell’Avvocatura

Trattasi in particolare di quelle disposizioni che aprono le società di avvocati alla partecipazione di soci non iscritti agli albi, ma apportatori di solo capitale (c.d. soci di capitale). Previsione, a parere dell’Ocf, che mette a rischio l’autonomia dell’Avvocatura dal momento che “consentirebbe a banche ed assicurazioni di costituire i propri studi legali travolgendo il principio cardine della professione che è per l’appunto l’indipendenza”. Sono rimaste dunque inascoltate – lamenta l’Organismo – le richieste di correttivi volti ad introdurre ipotesi incompatibilità, non solo a tutela dell’indipendenza ed autonomia dell’Avvocatura (dai poteri forti), ma anche a tutela del diritto di difesa della clientela.

Oltretutto, in un testo che pare “non incidere sui potentati economici, banche, assicurazioni e società dell’energia”, non si sono affatto valutati “i devastanti impatti” che la costituzione di società miste potrebbe portare nel sistema previdenziale forense.

Espresse inoltre perplessità anche per quanto riguarda le innovazioni in fatto di Rc auto, attraverso previsioni, nel predetto D.d.l. concorrenza – di sospetta incostituzionalità - che sanciscono l’imprendibilità della domanda “a richiesta” dell’assicuratore debitore per “sospetto di frode”. Attraverso dette previsioni, censura l’Ocf, si è inteso anticipare le decadenze processuali solo per il danneggiato, facendole dipendere da fatti e circostanze fuori dal processo civile, così di fatto privando il cittadino della difesa tecnica.

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