Parlamento Ue: meno professioni regolamentate e più controllo sui provvedimenti disciplinari

Pubblicato il 22 novembre 2011 Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione 15 novembre 2011, sull’attuazione della direttiva 2005/36 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

Scopo del lavoro degli eurodeputati è quello di favorire la libera circolazione all’interno dell’Unione europea dei liberi professionisti regolarmente iscritti ad un Ordine, tramite la rimozione di tutte quelle disposizioni regolamentari che limitano la circolazione delle qualifiche professionali all’interno dello spazio comunitario. Accanto alla maggiore mobilità dei laureati, da Bruxelles arriva la speranza di un maggior riconoscimento dell’esperienza professionale acquisita col tirocinio, anche nel Paese d’origine.

Tre sono i punti salienti su cui gli eurodeputati si sono trovati tutti d’accordo:

- modernizzare la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali, con la riduzione al minimo delle barriere ancora esistenti alla mobilità di lavoratori qualificati;
- riduzione del numero delle professioni regolamentate nell’Unione europea;
- istituzione di un sistema di allerta per consentire la circolazione delle segnalazioni tra Stati membri delle misure (come la radiazione e la sospensione), adottate dalle autorità nazionali a seguito di comportamenti non corretti tenuti dai professionisti.

Soprattutto tramite la riduzione del numero di professioni regolamentate nell’Unione europea, si potrebbe arrivare ad una più ampia e libera circolazione dei cittadini. I liberi professionisti potrebbero, infatti, vedersi riconosciuto il titolo e la formazione acquisiti nel proprio Paese d'origine e con esso spostarsi in un altro Stato Ue per svolgere la loro professione, sia come lavoratori autonomi che come lavoratori dipendenti, esercitandola alle stesse condizioni dei cittadini del Paese di destinazione.

Il richiamo è a rendere operativa la sentenza Morgenbesser del 13/11/2003 (resa nella causa C-313/01), che ha sancito il diritto di iscriversi alla pratica legale in Italia a cittadini che hanno conseguito il diploma in un altro Stato membro, anche nel caso in cui il loro titolo non sia considerato equivalente.

L’Europarlamento frena, invece, sull’estensione della procedura di riconoscimento anche alle qualifiche che siano ottenute in Paesi terzi: per evitare il cosiddetto fenomeno del forum shopping. Altro invito rivolto agli Stati membri è quello di utilizzare maggiormente le nuove tecnologie per offrire ai professionisti sia tempi più rapidi nei riconoscimenti sia maggiori informazioni sulla categoria di riferimento. Bocciata, infine, l’esperienza delle “piattaforme comuni” (art. 15 della direttiva), sul riconoscimento delle qualifiche professionali: sistema riconosciuto “potenzialmente utile” solo se modificato e semplificato.
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