Più tempo alle verifiche per il reddito all’estero

Pubblicato il 12 giugno 2009 La circostanza che sia richiesto un maggior tempo per accertare i redditi di fonte estera rispetto a quelli di provenienza nazionale è conforme al diritto comunitario. Cioè, si conferisce legalità all’ipotesi di differenziare i termini di recupero delle informazioni in funzione della localizzazione dei redditi, con l'obiettivo di incrementare i proventi dell’accertamento mediante un prolungamento temporale dell’azione stessa di controllo. Questo perché lo Stato membro beneficiario del gettito può essere del tutto ignaro delle azioni di occultamento dei beni da cui derivano i redditi. Partendo da tale presupposto, la Corte di Giustizia europea (sentenza di ieri resa nei procedimenti riuniti C-155/08 e 157/08, entrambi promossi dalla corte di Cassazione dei Paesi Bassi) ha ritenuto che l’interesse a perservare l’integrità delle entrate tributarie nazionali e la necessità di contrastare le frodi fiscali prevalgono sia sulla libertà di prestazione dei servizi che sulla libera circolazione dei capitali.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Comunicazione INPGI dei redditi 2024: al via la compilazione

21/07/2025

Esenzione ICI: non necessaria la coabitazione con i familiari

21/07/2025

Licenziamento: impugnazione entro 240 giorni per lavoratore in stato di incapacità

21/07/2025

Decreto Infrastrutture. Cruscotto informativo per gli appalti nella logistica

21/07/2025

Esame avvocato 2025: pubblicato il bando, domande da ottobre

21/07/2025

Lapidei industria. Rinnovo

21/07/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy