Processo, nuovo ruolo ai consulenti

Pubblicato il 20 marzo 2007

Nei giorni scorsi la Delegazione del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, guidata dalla presidente Marina Calderone, è intervenuta presso la Commissione lavoro della Camera dei deputati, che sta esaminando due disegni di legge che riguardano la riforma del processo del lavoro e che prevedono un ruolo di primo piano per i consulenti: il n. 1047 del 28 settembre 2006 e il n. 1163 del 14 novembre 2006. Positiva sottolineatura ha avuto la previsione del ddl n. 1047 in tema di conciliazione: è previsto, infatti, che la fase conciliativa venga affidata ad un conciliatore designato con decreto tra i soggetti iscritti ad un apposito albo, tenuto dal presidente della sezione lavoro del tribunale, tra i quali i consulenti del lavoro. Inoltre, il consulente del lavoro può ricoprire anche la funzione di arbitro, poiché le parti possono affidare al conciliatore il mandato per risolvere in via arbitrale la controversia. Confermando la necessità di rendere più celere la conclusione del processo del lavoro, è stato sottolineato che la speciale procedura di urgenza prevista dal disegno di legge elimina una fase del procedimento sommario e un grado di giudizio a cognizione piena. Con riferimento al ddl n. 1163, vengono attribuite alle Commissioni di certificazione dei contratti di lavoro maggiori competenze.

 

La legge di conversione del decreto 10/07, che introduce l’obbligo della laurea quale titolo di studio minimo per l’accesso all’Albo, passa ora alla Camera, dove è attesa la discussione e l’approvazione per il 26 marzo prossimo.

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