Reati tributari. Decreto al vaglio delle Commissioni parlamentari

Pubblicato il 01 settembre 2015

Lo schema di decreto legislativo recante revisione del sistema sanzionatorio tributario, approvato dal Governo il 26 giugno 2015, è attualmente sottoposto all’esame delle competenti Commissioni riunite Giustizia e Finanze della Camera dei deputati.

Sul testo, è stata presentata una proposta di parere favorevole delle Commissioni riunite del 5 agosto 2015 che individua, tuttavia, alcune precise condizioni e osservazioni.

In linea generale, lo schema del decreto riordina il sistema delle sanzioni ammnistrative e penali irrogate in ambito tributario, aggravando le conseguenze delle condotte fraudolente; queste ultime, in particolare, vengono dettagliatamente individuate: 1) in presenza di operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente o artifizi per ostacolare l’attività di accertamento e 2) nel caso in cui il contribuente si avvalga di documenti falsi, fatture false o altri mezzi fraudolenti.

Relativamente alla frode fiscale, viene rivista la soglia di punibilità del reato in riferimento all’ammontare dei ricavi non dichiarati, ammontare che deve superare 1,5 milioni di euro e non più il milione di euro. La frode fiscale verrebbe a configurarsi anche quando l’ammontare complessivo dei crediti e delle ritenute fittizie portate in diminuzione dell’imposta sia superiore al 5% dell’imposta complessiva, o comunque a 30.000 euro.

Per quel che riguarda la dichiarazione infedele, lo schema del decreto prevede un innalzamento della soglia di punibilità da 50.000 euro a 150.000 euro di imposta evasa. Il reato scatterebbe anche quando l’imponibile evaso superi i 3 milioni di euro o comunque il 10% del totale dei ricavi. In questo caso il reato è punito con il carcere fino a 3 anni.

Per l’omesso versamento dell’Iva, lo schema introduce la soglia di punibilità pari a 250.000 euro per ciascun periodo di imposta, al di sotto della quale si applicano solo sanzioni amministrative.

Con riferimento a queste ultime viene data attuazione al principio di proporzionalità in presenza di condotte illecite che riguardano le imposte dirette, l’Iva e la riscossione dei tributi.

Modifiche proposte

Le modifiche richieste dalle Commissioni parlamentari introducono, in linea generale, un aumento delle sanzioni per le condotte di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi e una maggiore tipizzazione per i reati di omesso versamento.

Nel dettaglio, con riferimento all’omessa dichiarazione, all’omesso versamento di ritenute certificate e all’omesso versamento di Iva viene proposto che venga individuata una più idonea qualificazione delle condotte omissive di versamenti o di ritenute e delle pene, laddove qualificate da strategie fraudolente non riconducibili a reali situazioni di crisi aziendale.

Proposta, tra le altre modifiche, anche l’uniformità delle soglie di punibilità dell’omesso versamento con quelle dell’omesso versamento delle ritenute.

Richiesto, infine, che venga soppressa la temporaneità delle diposizioni sanzionatorie penali e amministrative.

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