Ricadute penali per l’abuso di diritto. Per la fase cautelare basta il fumus del reato

Pubblicato il 08 luglio 2011 La Corte di cassazione, terza sezione penale, con la sentenza 26723 depositata il 7 luglio 2011, si occupa di abuso del diritto. Nella pronuncia si spiega che è possibile il sequestro, da parte del Gip, dei beni di un contribuente – sequestro preventivo per equivalente - che abbia tenuto una condotta elusiva o censurabile, che faccia ipotizzare l’abuso del diritto, fino a sfociare nella violazione penale della dichiarazione infedele.

La sentenza muove dal ricorso di un contribuente al quale erano stati sequestrati beni mobili e immobili perché indagato per dichiarazione infedele. Il contribuente aveva attuato, senza l’uso di particolari mezzi contra legem come fatture per operazioni fraudolente, un’operazione complessa per evadere Iva e Irpef “attraverso una vicenda riconducibile all’abuso del diritto in ambito tributario”. La condotta avrebbe portato, dunque con atti leciti ma finalizzati all’elusione (atti non opponibili all’Amministrazione), alla presentazione di una dichiarazione infedele (penalmente rilevante) in cui sono stati “esposti elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo”.
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