Riportare l'intervista contenente frasi ingiuriose non è reato se c'è interesse pubblico

Pubblicato il 09 agosto 2010 In tema di reato di diffamazione da parte dei giornalisti il Tribunale di Piacenza, con sentenza 1° luglio 2010, n. 481, conferma i principi fissati dalla Corte di cassazione con pronuncia n. 31740 del 2001 secondo la quale il giornalista imparziale è giustificato e non risponde del reato di diffamazione quando, pur riportando frasi offensive rivolte a terzi, pubblica un'intervista che per la materia e la qualità dei soggetti coinvolti assume un interesse pubblico all'informazione.

Stante la presenza “di evento di pubblico interesse” a connotazione dell'intervista, non è possibile effettuare alcuna censura, in essa ravvisando una “grave limitazione alla libertà di stampa” e la compressione del “diritto-dovere di informare l’opinione pubblica”. La sentenza enuclea altre due condizioni, oltre all'interesse pubblica della notizia, che devono sussistere per poter far valere la scriminante del giornalista: la verità della notizia e la continenza della forma.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Omaggi di fine anno, regole fiscali per le imprese

27/11/2025

Scadenze fiscali dicembre 2025: acconti, imposte sostitutive, Web Tax

27/11/2025

CCNL Telecomunicazioni - Ipotesi di accordo dell'11/11/2025

27/11/2025

Rivalutazione TFR: per l'imposta sostitutiva, acconto entro il 16 dicembre

27/11/2025

DDL Semplificazioni è legge: staff house, nulla osta, CIG e LOAgri

27/11/2025

Decreto flussi migratori: via libera definitivo. Le novità introdotte

27/11/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy