Scudo ter vicino alla promulgazione. Circolare agenziale vicina alla pubblicazione

Pubblicato il 30 settembre 2009

Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate forniscono, sulla base di stime Ocse, i dati attesi dal rimpatrio dei capitali: ammonterebbero a quasi 300 miliardi di euro i patrimoni degli italiani detenuti all'estero che potrebbero essere rimpatriati aderendo allo scudo fiscale. Sul totale di 278 miliardi, 125 si troverebbero in Svizzera, 86 in Lussemburgo, il resto in altri Paesi (compresi oltre 2 miliardi nella Repubblica di San Marino).

Ma il ministro Tremonti è cauto: “Sento parlare di stime molto elevate”. Aggiunge: “Quei dati fanno riferimento anche ai frutti di attività criminali che non rientreranno mai con lo scudo fiscale”.

Sul fronte Agenzia, la circolare definitiva, preceduta dal documento “bozza” del 15 settembre 2009, arriverà la prossima settimana e conterrà i chiarimenti circa l'applicazione della nuova normativa sulle modalità di rimpatrio e di regolarizzazione dei capitali occultati al Fisco. Spiegano i tecnici delle Entrate che terrà anche conto dei contributi che addetti ai lavori e cittadini hanno fornito on-line, proprio a seguito della pubblicazione della circolare in “bozza”. Il direttore dell'Agenzia, Attilio Befera – durante il convegno organizzato dalla Guardia di finanza e dalle Entrate che ha avuto luogo il 29 settembre presso la caserma della GdF di Roma – nel discorso introduttivo dei lavori ha rimarcato che "i contribuenti stanno davvero iniziando a capire che non esistono più rifugi sicuri dove nascondere beni e redditi alle Autorità fiscali nazionali" ed ha, appunto, annunciato per la prossima settimana la pubblicazione della versione definitiva della circolare.

Il Governo ha presentato (29 settembre, in serata) la sua richiesta di fiducia sul decreto che estende i casi di applicabilità dello scudo fiscale sui capitali nascosti all’estero, motivandola con la volontà che il decreto sia convertito in Legge dello Stato entro la scadenza, il 3 ottobre prossimo. Dura la reazione dell’opposizione, che ha cercato di ritardare i lavori. E' ora atteso il voto di fiducia, poi il voto conclusivo, che a quel punto giungerà al Capo dello Stato per la promulgazione.

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