Segreto d'ufficio sulle risposte al questionario di Banca d'Italia

Pubblicato il 10 settembre 2010 Il Codacons non può accedere alla documentazione in possesso della Banca d'Italia riguardante un'indagine da questa effettuata relativa alle commissioni applicate dagli istituti di credito su affidamenti e sconfinamenti di conto dopo l'entrata in vigore del Decreto Legge n. 185/2008, che ha decretato la nullità delle clausole contrattuali relative alla commissione di massimo scoperto o simili.

E' il Tar, con sentenza n. 32135 dell'8 settembre scorso, che ha rigettato il ricorso presentato dal Codacons contro il diniego di Banca d'Italia di esibire la suddetta documentazione, utile all'Associazione per promuovere due distinte class action. Banca d'Italia si era trincerata dietro al segreto d'ufficio che copre informazioni e dati in possesso della stessa in ragione della sua attività di vigilanza.

Il Tar ha postulato che l'indagine effettuata dalla Banca non aveva a tema la documentazione bancaria contenente indicazioni sulle commissioni applicate da ciascuna banca, che possono essere acquisite presso gli sportelli bancari, ma risposte rese in seguito alla proposizione di un questionario. Tali risposte, afferma il giudice amministrativo, "sono evidentemente inquadrabili tra le informazioni fornite alla Banca d'Italia in adempimento degli obblighi informativi gravanti sui soggetti vigilati e sono, pertanto, coperte dal segreto di ufficio".
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