Sfruttamento, quando l’uomo è un lupo per l’altro uomo

Pubblicato il 25 ottobre 2018

Secondo il saggista e filosofo francese Paul-Michel Foucault, l’uomo è un’invenzione recente, destinata oltretutto a essere presto cancellata, come sull’orlo del mare un volto di sabbia (Le parole e le cose. Un’archeologia delle scienze umane, 1966). Di sicuro la signora Genuflessa Oppressi, dipendente di una società di spedizioni internazionali, non è tanto in attesa di sapere con quale altra mirabile ideazione l’uomo verrà sostituito, è proprio… in dolce attesa!

Nei fatti però, la vita lavorativa di Genuflessa è la diretta conseguenza di quell’animus dominandi che conduce molti pensatori al pessimismo antropologico e la nostra impiegata a dover fare i conti con l’approfittamento altrui e con i bisogni crescenti della propria famiglia che s’ingrandisce. Sicché, pur di portare a casa uno stipendio, ha accettato con sottomessa mansuetudine orari di lavoro massacranti e una ridotta retribuzione e ha perfino dovuto ringraziare “l’intermediario” che l’ha messa in contatto con l’attuale datore di lavoro!

Ora però si trova nel cosiddetto stato interessante e il prossimo mese dovrebbe dare alla luce una bambina. Beh, che problema c’è? La normativa prevede l’astensione obbligatoria di 5 mesi complessivi in caso di parto (D.lgs. 151/2001)… Manco per sogno! Genuflessa, con la scusa che si occupa di lavorare dinanzi a un monitor per rintracciare le spedizioni e rispondere alle richieste della clientela, a detta del suo datore di lavoro dovrà continuare a presentarsi al lavoro.

“Quando è troppo è troppo! – ha esclamato Genuflessa tra sé e sé in un impronosticabile sussulto prima di recarsi all’Ispettorato del Lavoro. Non appena acquisita la denuncia della lavoratrice, gli ispettori hanno puntualmente condotto gli accertamenti e comunicato all’autorità giudiziaria i presunti reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603 bis c.p.).

“Ma perché questo sfruttamento dell’uomo sull’uomo?”, ha chiesto la lavoratrice, a metà tra ingenuità e disperazione. “Tempo fa ho letto una poesia che fornisce una risposta immediata alla domanda – ha ribattuto con crudezza l’ispettore – Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo” (Uomo del mio tempo, 1946 - Salvatore Quasimodo).

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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