Solo la franchigia salva dall’accertamento da studi

Pubblicato il 06 luglio 2011 L’articolo 23 della manovra correttiva, al comma 28, abroga l'obbligo di motivare le ragioni che portano i funzionari del Fisco a non applicare le risultanze degli studi di settore “in quanto inadeguati a stimare correttamente il volume di ricavi o compensi potenzialmente ascrivibili al contribuente”.

Se dovesse passare la misura, dunque, la congruità e la normalità perderanno valore e sarà più facile la strada delle rettifiche analitico induttive. Ai contribuenti resta solo la tutela della franchigia da accertamento induttivo: non sono possibili le rettifiche basate su presunzioni semplici nei confronti dei contribuenti che dichiarano, anche con adeguamento in dichiarazione, ricavi o compensi pari o superiori al livello di congruità previsto per gli studi di settore, se l'ammontare delle attività non dichiarate sia pari o inferiore al 40% dei ricavi o compensi dichiarati con un massimo di 50mila euro.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Separazione delle carriere: approvata la riforma, ora il referendum

31/10/2025

Elenco revisori enti locali 2026: pubblicato l’avviso per iscrizione e mantenimento

31/10/2025

Collegato agricolo: sostegno a filiere, giovani e donne

31/10/2025

Giustizia e intelligenza artificiale: i limiti fissati da Cassazione e TAR

31/10/2025

Dogane, dal 1° novembre 2025 nuovo assetto organizzativo: cosa cambia

31/10/2025

Commercialisti, novità per le imprese sociali non cooperative

31/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy