Stock option e fringe benefit: come trasmettere all'Inps i dati 2024

Pubblicato il 12 febbraio 2025

Quali sono le modifiche nell’erogazione di fringe benefit e stock option introdotte dalla legge di bilancio 2024, e come devono comportarsi le aziende nella trasmissione dei relativi dati all’Inps?

A questa domanda risponde l’Istituto con il messaggio n. 509 dell’11 febbraio 2025: vediamo nei dettagli di che si tratta.

Principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente

La tassazione dei fringe benefit e delle stock option è regolata dal principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente stabilito dall’articolo 51, comma 1, del TUIR, secondo cui il reddito da lavoro dipendente comprende tutte le somme e i valori percepiti dal lavoratore in relazione al rapporto di lavoro, indipendentemente dalla forma in cui vengono erogati.

Questo principio implica dunque che, oltre alla retribuzione monetaria, rientrano nel reddito imponibile anche i compensi in natura, salvo specifiche esenzioni previste dalla legge.

Il concetto di compenso in natura si riferisce a benefici concessi dal datore di lavoro che hanno un valore economico per il lavoratore, tra cui:

Questi elementi, seppur non corrisposti in denaro, vengono infatti considerati parte integrante del reddito da lavoro e sono soggetti a tassazione, salvo specifiche soglie di esenzione.

Modifiche normative per il 2024: aumentano le soglie di esenzione

Con l’approvazione della legge di Bilancio 2024 (legge n. 213/2023) sono state introdotte modifiche rilevanti alla disciplina fiscale dei fringe benefit e delle stock option: in particolare, per l’anno d’imposta 2024 è stato stabilito un innalzamento della soglia di esenzione per questi compensi.

L’incremento della soglia rappresenta un’importante novità rispetto alla disciplina previgente, che fissava il limite di esenzione a 258,23 euro annui, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare il welfare aziendale, concedendo ai datori di lavoro maggiore flessibilità nell’erogazione di benefit.

Per beneficiare della soglia di 2.000 euro il lavoratore deve fornire al datore di lavoro una dichiarazione attestante il diritto all’agevolazione, indicando il codice fiscale dei figli a carico.

Principio di cassa allargato: cosa succede alla tassazione dei benefit?

Un ulteriore aspetto rilevante nella tassazione dei fringe benefit e delle stock option riguarda il principio di cassa allargato, che stabilisce che i redditi da lavoro dipendente devono essere tassati nell’anno in cui sono percepiti, con una deroga specifica per i compensi corrisposti nei primi giorni dell’anno successivo.

Secondo questa regola:

Se i fringe benefit o le stock option vengono dunque corrisposti entro il termine del 12 gennaio 2025 saranno inclusi nella Certificazione Unica relativa all’anno d’imposta 2024; in caso contrario confluiranno nella CU del 2025, con possibili implicazioni sulla gestione delle detrazioni e sulla tassazione complessiva del lavoratore.

Scadenza per l’invio dei dati: 28 febbraio 2025

Per assicurare il corretto conguaglio fiscale di fine anno, i datori di lavoro devono trasmettere all’Inps i dati relativi ai fringe benefit e alle stock option erogate nel corso del 2024 entro il 28 febbraio 2025.

Il rispetto di questa scadenza consente all’Istituto di:

Nel caso in cui i dati non vengano inviati entro il 28 febbraio 2025, i datori di lavoro non potranno dunque effettuare il conguaglio fiscale di fine anno; tuttavia, l’Inps prevede la possibilità di trasmettere i dati successivamente, ma con le seguenti limitazioni.

Modalità di invio: applicazione “Comunicazione Benefit Aziendali”

L’invio dei dati deve avvenire esclusivamente in modalità telematica attraverso l’applicazione "Comunicazione Benefit Aziendali", disponibile sul portale Inps.

Per accedere al servizio e trasmettere i dati, i datori di lavoro devono seguire questi passaggi.

1. Accesso all’Area Dedicata sul Sito INPS

2. Selezione della funzione “Comunicazione Benefit Aziendali”

3. Inserimento e verifica dei dati

4. Conferma e invio telematico

Strumenti e risorse disponibili

Per agevolare l’invio corretto delle comunicazioni, l’Istituto mette a disposizione diversi strumenti.

Sanzioni

Vediamo ora le conseguenze derivanti dalla mancata o errata comunicazione dei dati, con particolare attenzione ai controlli dell’Inps, agli obblighi di correzione e alle possibili sanzioni amministrative.

Il mancato rispetto della scadenza del 28 febbraio 2025 può avere infatti ripercussioni fiscali e amministrative per entrambe le parti coinvolte

Implicazioni per i lavoratori

Se i dati non vengono trasmessi entro i termini, l’INPS non potrà includere le informazioni corrette nella Certificazione Unica (CU) 2025, il documento che riepiloga i redditi percepiti e le trattenute fiscali operate nel corso dell’anno. Questo comporta diverse problematiche.

Conseguenze per i datori di lavoro

L’omissione della comunicazione o l’invio tardivo dei dati non ha solo impatti sui lavoratori, ma può comportare problematiche anche per il datore di lavoro.

Errori: controlli e correzioni da parte dell’Inps

Una volta ricevuti i dati tramite l’applicazione “Comunicazione Benefit Aziendali”, l’Inps verifica la coerenza delle informazioni attraverso i seguenti controlli:

Rettifiche

Se l’Inps rileva errori o incongruenze nei dati trasmessi, il datore di lavoro ha la possibilità di effettuare correzioni attraverso una nuova comunicazione telematica. Tuttavia, le rettifiche successive non sempre possono risolvere tutte le problematiche fiscali, specialmente se il lavoratore ha già utilizzato i dati errati per la propria dichiarazione.

Le correzioni devono avvenire seguendo queste modalità.

Gli errori, in breve

Tipologia Conseguenze Conseguenze Cosa fare

Mancato invio entro il 28 febbraio 2025

- Certificazione Unica (CU) incompleta o errata.
- Necessità di presentare dichiarazione integrativa.
- Possibili maggiori imposte o ritardi nei rimborsi fiscali.

- Obbligo di rettifica delle CU.
- Verifiche fiscali da parte dell'INPS o Agenzia delle Entrate.
- Possibile segnalazione per omissione di dati.

- Invio tempestivo tramite l’app INPS.
- Controllo preventivo dei dati prima della trasmissione.

Dati errati o incongruenti

- Rischio di errori nella dichiarazione dei redditi.
- Obbligo di presentare dichiarazione integrativa.

- Necessità di inviare una nuova comunicazione.
- Rischio di sanzioni per errori nelle CU.

- Correggere i dati e inviare una comunicazione sostitutiva all’INPS.
- Verificare la correttezza dei dati prima della trasmissione.

Importo fringe benefit superiore ai limiti di esenzione

- Tassazione aggiuntiva imprevista sui benefit ricevuti.
- Necessità di versare imposte non previste.

- Rischio di segnalazione all'Agenzia delle Entrate.
- Possibili richieste di versamenti integrativi.

- Verificare il rispetto delle soglie di esenzione (1.000€ o 2.000€ per lavoratori con figli a carico).

Comunicazione con dati parziali o incompleti

- Certificazione Unica con informazioni mancanti.
- Possibile accertamento fiscale e richiesta di chiarimenti.

- Necessità di integrare i dati con una nuova comunicazione.
- Potenziale richiesta di informazioni da parte dell'INPS.

- Effettuare controlli interni prima dell’invio.
- Utilizzare il software INPS per la verifica del file.

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