Suggerimenti e appunti in attesa del decreto ministeriale sulla conciliazione

Pubblicato il 07 ottobre 2010
Il Cnf ha inviato all’ufficio legislativo del ministero della Giustizia un parere tecnico sullo schema del decreto ministeriale in corso di elaborazione per la disciplina delle procedure e delle indennità dei procedimenti di conciliazione. 

Oltre a sottolineare le precedenti istanze dell'Avvocatura, il Cnf procede all'individuazione di alcuni suggerimenti che il Dicastero potrà utilizzare per rendere più efficace la nuova normativa. 

Nel dettaglio, per quel che riguarda i mediatori, viene sottolineato che i requisiti individuati nel dm (laurea triennale o la iscrizione a un ordine o collegio professionale) non sarebbero in realtà idonei a soddisfare gli standard di professionalità auspicati. 

Il Cnf suggerisce, altresì, l'eliminazione della previsione di una nuova ipotesi di illecito disciplinare per le violazioni degli obblighi inerenti alle dichiarazioni in quanto in questo modo verrebbe invaso il campo riservato all’autonomia deontologica dei Consigli nazionali. 

Per quel che concerne la disciplina della procedura gli appunti del Consiglio evidenziano la “stravaganza” di alcune soluzioni come quella che affida la formulazione di una proposta ad un mediatore diverso da quello che ha condotto la mediazione. Perplessità anche con riferimento alla mediazione “per via telematica”. 

Sempre con riferimento al decreto ministeriale sulla mediazione, nel corso dell'evento “La mediazione delle controversie civili e commerciali: i dubbi e le attese” organizzato per lo scorso 6 ottobre, a Milano, dall'Isdaci (Istituto scientifico per l'arbitrato, la mediazione e il diritto commerciale) è stato evidenziato che il nuovo testo non prevederebbe l'obbligatorietà della formulazione della proposta di mediazione alle parti affidando tale facoltà, per contro, al regolamento dell'ente di conciliazione. In questo modo, si sottolinea, verrebbe depotenziata la misura dell'eccezione al principio di soccombenza.
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